Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Proteine-interruttore decidono il fato delle cellule: staminali o neuroni?

I ricercatori della «School of Medicine» alla University of California di San Diego hanno scoperto che una proteina già nota ha una nuova funzione: agisce in un circuito biologico per determinare se una cellula neurale immatura rimane in uno stato di tipo staminale o procede per diventare un neurone funzionale.


I risultati, pubblicati nell'edizione online del 13 febbraio di Cell Reports, illuminano più chiaramente un atto cellulare fondamentale ma ancora poco conosciuto, e possono avere implicazioni significative per il futuro sviluppo di nuove terapie per disturbi neurologici, che comprendono l'autismo e la schizofrenia [... ma le stretegie per creare nuovi neuroni sono un obiettivo anche per l'Alzheimer, un killer di neuorni].


Chih-Hong Lou, ricercatore postdottorato, in collaborazione con il ricercatore principale Miles F. Wilkinson, PhD, professore del Dipartimento di Medicina Riproduttiva e membro dell'Istituto di Medicina Genomica della UC San Diego, e altri colleghi, ha scoperto che questa decisione biologica critica è controllata dall'UPF1, una proteina essenziale per il percorso di decadimento del RNA nonsense-mediato («Nonsense-Mediated Decay», NMD).


In precedenza si era stabilito che l'NMD ha due grandi ruoli. Il primo è un meccanismo di controllo della qualità usato dalle cellule per eliminare RNA messaggero difettoso (mRNA), le molecole che aiutano a trascrivere le informazioni genetiche nella costruzione di proteine essenziali alla vita. Il secondo è la degradazione di un gruppo specifico di mRNA normali. Quest'ultima funzione dell'NMD era stata ipotizzata come molto importante fisiologicamente, ma fino ad ora non era chiaro se era effettivamente così.


Wilkinson e colleghi hanno scoperto che l'UPF1, di concerto con una classe speciale di RNA chiamata microRNA, agisce come interruttore molecolare per determinare quando le cellule neurali immature (non funzionali) si differenziano in neuroni non divisori (funzionali).


In particolare, l'UPF1 innesca il decadimento di un particolare mRNA che codifica una proteina nel percorso di segnalazione TGF-? che promuove la differenziazione neurale. Degradando quel mRNA, la proteina codificata non riesce ad essere prodotta e impedisce la differenziazione neurale. Così, Lou e colleghi hanno identificato per la prima volta un circuito molecolare in cui il NMD agisce per guidare una risposta biologica normale. L'NMD promuove anche il decadimento degli mRNA che codificano gli inibitori della proliferazione, fatto che secondo Wilkinson potrebbe spiegare perché l'NMD stimola lo stato proliferativo caratteristico delle cellule staminali.


"Ci sono molte conseguenze cliniche potenziali in questi risultati"
, ha detto Wilkinson. "Una è che, promuovendo lo stato di tipo staminale, l'NMD può essere utile per riprogrammare in modo più efficiente cellule differenziate in cellule staminali. Un'altra implicazione deriva dalla constatazione che l'NMD è vitale per il normale sviluppo del cervello in diverse specie, compreso l'uomo. Gli esseri umani con carenza di NMD hanno disabilità intellettiva e spesso hanno anche la schizofrenia e l'autismo. Le terapie per migliorare l'NMD negli individui affetti potrebbero essere utili a ripristinare il corretto equilibrio delle cellule staminali e dei neuroni differenziati e, quindi, contribuire a ripristinare la normale funzione cerebrale".


Co-autori includono Ada Shao, Eleen Y. Shum, Josh L. Espinoza e Rachid Karam del Dipartimento di Medicina Riproduttiva dell'UCSD e Lulu Huang della Isis Pharmaceuticals. La ricerca è stata finanziata dai National Institutes of Health e dal California Institute for Regenerative Medicine.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of California, San Diego Health Sciences  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Chih H. Lou, Ada Shao, Eleen Y. Shum, Josh L. Espinoza, Lulu Huang, Rachid Karam, Miles F. Wilkinson. Posttranscriptional Control of the Stem Cell and Neurogenic Programs by the Nonsense-Mediated RNA Decay Pathway. Cell Reports, 2014; DOI: 10.1016/j.celrep.2014.01.028

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)