Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dove parte l'Alzheimer e come si diffonde

Usando la risonanza magnetica funzionale ad alta risoluzione (fMRI) in pazienti con Alzheimer e in modelli di topo della malattia, ricercatori del Medical Center della Columbia University (CUMC) hanno chiarito tre questioni fondamentali sull'Alzheimer: dove inizia, perché inizia lì, e come si diffonde.


Oltre a farci capire meglio la malattia, i risultati potrebbero migliorarne la diagnosi precoce, il momento in cui i farmaci potrebbero essere più efficaci. Lo studio è stato pubblicato il 22 Dicembre nell'edizione online della rivista Nature Neuroscience.


"E' noto da anni che l'Alzheimer inizia in un'area del cervello nota come corteccia entorinale", ha detto il co-autore senior Scott A. Small, MD, Professore Boris e Rose Katz di Neurologia, professore di radiologia, e direttore dell'Alzheimer's Disease Research Center. "Ma questo studio è il primo a mostrare in pazienti viventi che la malattia inizia precisamente nella corteccia entorinale laterale (LEC). La LEC è considerata la porta dell'ippocampo, che ha un ruolo fondamentale nel consolidamento della memoria a lungo termine, tra le altre funzioni. Se viene danneggiata la LEC, saranno colpiti anche altri aspetti dell'ippocampo".


Lo studio dimostra anche che, nel tempo, l'Alzheimer si diffonde dalla LEC direttamente ad altre aree della corteccia cerebrale, in particolare alla corteccia parietale, una regione del cervello coinvolta in varie funzioni, tra cui l'orientamento spaziale e la navigazione. I ricercatori sospettano che l'Alzheimer si diffonda in modo "funzionale", compromettendo cioè la funzione dei neuroni nella LEC, che poi compromette l'integrità dei neuroni nelle aree adiacenti.


Un terzo importante risultato dello studio è che la disfunzione della LEC avviene quando coesistono cambiamenti della tau e della proteina precursore dell'amiloide (APP). "La LEC è particolarmente vulnerabile all'Alzheimer, perché di norma accumula la tau, che rende sensibile la LEC all'accumulo di APP. Insieme, queste due proteine ​​danneggiano i neuroni nella LEC, ponendo le basi per l'Alzheimer", ha detto il co-autore senior Karen E. Duff, PhD, professore di patologia e biologia cellulare (in psichiatria e al Taub Institute for Research on Alzheimer’s Disease and the Aging Brain) al CUMC e all'Istituto Psichiatrico dello Stato di New York.


Nello studio, i ricercatori hanno usato una variante di fMRI ad alta risoluzione per mappare i difetti metabolici nel cervello di 96 adulti iscritti al Washington Heights-Inwood Columbia Aging Project (WHICAP). Tutti gli adulti erano senza demenza al momento dell'arruolamento. "Lo studio WHICAP del Dr Richard Mayeux ci permette di seguire un grande gruppo di individui anziani sani, alcuni dei quali hanno in seguito sviluppato l'Alzheimer", ha detto il dottor Small. "Questo studio ci ha dato un'opportunità unica per visualizzare e caratterizzare i pazienti affetti da Alzheimer nella primissima fase preclinica".


I 96 adulti sono stati seguiti per una media di 3,5 anni, momento in cui per 12 di loro è stato diagnosticato un Alzheimer lieve. L'analisi delle immagini fMRI al basale di quei 12 individui ha scoperto una diminuzione significativa del loro volume ematico cerebrale (CBV) - una misura dell'attività metabolica - nella LEC, rispetto a quella degli 84 adulti che erano rimasti senza demenza.


Una seconda parte dello studio ha affrontato il ruolo della tau e dell'APP nella disfunzione della LEC. Anche se gli studi precedenti avevano suggerito che la disfunzione della corteccia entorinale è associata ad anomalie sia della tau che dell'APP, non si sapeva come queste proteine ​​interagiscono per portare a questa disfunzione, in particolare nell'Alzheimer preclinico.


Per rispondere a questa domanda, ha spiegato il primo autore Usman Khan, studente di MD-PhD che lavora nel laboratorio del Dr. Small, il team ha creato tre modelli di topo: uno con livelli elevati di tau nella LEC, uno con elevati livelli di APP, e uno con livelli elevati di entrambe le proteine. I ricercatori hanno scoperto che la disfunzione della LEC avviene solo nei topi che hanno sia tau che APP elevati.


Lo studio ha implicazioni sia per la ricerca che per il trattamento. "Ora che abbiamo individuato dove inizia l'Alzheimer, e dimostrato che questi cambiamenti sono osservabili tramite fMRI, potremmo riuscire a rilevare l'Alzheimer nella primissima fase preclinica, quando la malattia potrebbe essere più curabile e prima che si diffonda ad altre regioni del cervello", ha detto il Dott. Small. Inoltre, dicono i ricercatori, il nuovo metodo di imaging potrebbe essere usato per valutare l'efficacia di farmaci potenziali per l'Alzheimer durante le fasi iniziali della malattia.


Hanno collaborato Li Liu, Frank Provenzano, Diego Berman, Caterina Profaci, Richard Sloan e Richard Mayeux, tutti del CUMC. Gli autori dichiarano di non avere conflitti finanziari o altri interessi. Lo studio è stato sovvenzionato dal National Institutes of Health.

 

 

 

 

 


FonteColumbia University Medical Center, via Newswise.

Riferimenti: Usman A Khan, Li Liu, Frank A Provenzano, Diego E Berman, Caterina P Profaci, Richard Sloan, Richard Mayeux, Karen E Duff, Scott A Small. Molecular drivers and cortical spread of lateral entorhinal cortex dysfunction in preclinical Alzheimer's disease. Nature Neuroscience, 2013; DOI: 10.1038/nn.3606

Pubblicato in newswise.com (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)