Circa il 70 per cento dell'intelligenza di una persona può essere spiegata dal suo DNA, e queste influenze genetiche diventano sempre più forti con l'età, secondo una nuova ricerca della University of Texas di Austin.
Lo studio, creato dai ricercatori di psicologia Elliot Tucker-Drob, Daniel Briley e Paige Harden, mostra come i geni possono essere stimolati o soppressi a seconda dell'ambiente del bambino e potrebbe aiutare a colmare il divario di risultati tra gli studenti ricchi e quelli poveri. I risultati sono pubblicati on-line in Current Directions in Psychological Science.
Per studiare i meccanismi di base in atto, Tucker-Drob ed i suoi colleghi hanno analizzato i dati provenienti da diversi studi che monitorano le capacità cognitive e le circostanze ambientali di coppie di gemelli e fratelli. Secondo i risultati, i fattori genetici rappresentano l'80 per cento della cognizione per i bambini delle famiglie economicamente benestanti. Invece i figli di famiglie economicamente svantaggiate - che ottengono punteggi inferiori nelle prestazioni cognitive su tutta la linea - non mostrano quasi nessun progresso attribuibile al loro corredo genetico.
Questo non significa che i bambini svantaggiati sono geneticamente inferiori. Al contrario, hanno meno opportunità qualitativamente alte, come ad esempio le risorse di istruzione e il coinvolgimento dei genitori, per raggiungere il loro potenziale genetico, secondo Tucker-Drob. "Le influenze genetiche sulle capacità cognitive sono massimizzate quando le persone sono libere di scegliere le proprie esperienze di apprendimento", dice Tucker-Drob, assistente professore di psicologia. "Si nasce con delle impronte; la domanda è: come usiamo le nostre esperienze per approfittare del nostro patrimonio genetico?"
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In uno studio correlato, Daniel Briley, studente di psicologia, ha esaminato il modo in cui cambiano le influenze genetiche ed ambientali sulla cognizione nel tempo. Con procedure di meta-analisi (i metodi statistici utilizzati per analizzare e combinare i risultati della letteratura connessa precedente), Briley ha esaminato le influenze genetiche ed ambientali sulla cognizione in coppie di gemelli e fratelli dall'infanzia all'adolescenza.
Secondo i suoi risultati, pubblicati nel numero di luglio della rivista Psychological Science, i geni che influenzano la cognizione si attivano durante la prima decade di vita e accelerano nel corso del tempo. I risultati sottolineano l'importanza dell'alfabetizzazione iniziale e dell'istruzione nel corso della prima decade di vita.
"Quando i figli crescono, i genitori e gli insegnanti danno loro crescente autonomia per fare i compiti al meglio delle loro capacità, prestare attenzione in classe, e scegliere il proprio gruppo di pari", spiega Briley. "Ognuno di questi comportamenti probabilmente influenza il loro sviluppo accademico. Se questi tipi di comportamenti sono influenzati dai geni, allora si potrebbe spiegare perché l'ereditarietà della capacità cognitiva aumenta con l'età dei bambini".
Tucker-Drob dice che questa ricerca mette in evidenza le possibilità di colmare il divario di risultati tra i ricchi ed i poveri. "La visione convenzionale è che i geni pongono un limite superiore agli effetti dell'intervento sociale sullo sviluppo cognitivo", spiega Tucker-Drob. "Questa ricerca suggerisce il contrario. Con l'aumento nella società delle opportunità sociali, educative ed economiche, più individui avranno accesso alle risorse di cui hanno bisogno per massimizzare le loro potenzialità genetiche".
Fonte: University of Texas at Austin.
Riferimenti: E. M. Tucker-Drob, D. A. Briley, K. P. Harden. Genetic and Environmental Influences on Cognition Across Development and Context. Current Directions in Psychological Science, 2013; 22 (5): 349 DOI: 10.1177/0963721413485087
Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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