Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Tecnica per coltura in 3-D di cellule staminali, per capire meglio l'Alzheimer

Un team di ricercatori del New York Stem Cell Foundation Research Institute ha sviluppato una tecnica per produrre colture tridimensionali di cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), chiamate corpi embrionali, capaci di subire l'imaging cellulare e la misurazione dell'attività elettrica.

Il team, guidato da Scott Noggle, PhD, Direttore del Laboratorio NYSCF e "Charles Evans Senior Research Fellow for Alzheimer's Disease" delNYSCF, e Michael W. Nestor, PhD, ricercatore postdottorato del NYSCF, riferisce in Stem Cell Research che questi aggregati cellulari permettono agli scienziati sia di modellare che di studiare malattie come l'Alzheimer e il Parkinson.


Il gruppo di ricerca sull'Alzheimer del NYSCF mira a capire meglio e trovare cure per queste malattie attraverso la ricerca sulle cellule staminali. Per questi disturbi, in cui i neuroni si attivano irregolarmente o degenerano, il gruppo del NYSCF crea modelli di "malattie in un piatto", riprogrammando la pelle dei pazienti, o campioni di sangue, facendoli diventare cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), che possono diventare neuroni e altre cellule cerebrali colpite dalle malattie.


Le cellule del nostro corpo formano reti tridimensionali, essenziali per la funzionalità dei tessuti e per la salute in generale; tuttavia, le tecniche precedenti per formare tessuto cerebrale complesso hanno prodotto strutture che, pur simili nella forma ai neuroni presenti in natura, impedivano i tentativi di registrazione della visualizzazione e dell'attività elettrica.


In questo studio, Noggle e Nestor con scienziati del NYSCF hanno adattato metodi di coltura a due dimensioni per far crescere strutture neuronali tridimensionali di cellule iPS. I neuroni risultanti sono "diradati", permettendo gli studi di imaging del calcio, che misurano l'attività elettrica delle cellule, come i neuroni.


"Combinando i vantaggi delle cellule iPS coltivate in un ambiente 3D con quelle di un sistema 2D, la nostra tecnica produce cellule che possono essere usate per osservare l'attività elettrica delle reti putative di neuroni biologicamente attivi, e contemporaneamente visualizzarle"
, dichiara Nestor. "Questa è cruciale per modellare e studiare le malattie neurodegenerative".


Le reti neurali, ritenute alla base dell'apprendimento e della memoria, diventano perturbate nell'Alzheimer. Generando aggregati dalle cellule iPS e confrontandoli al tessuto cerebrale di un paziente reale, gli scienziati possono scoprire in che modo la malattia interferisce con queste interazioni cellula-cellula e capire come intervenire per rallentare o fermare la malattia.


"Questo nuovo strumento critico sviluppato dal nostro team di Alzheimer accelererà la ricerca sulla malattia, permettendo una manipolazione più accurata delle cellule per trovare una cura", dice Susan L. Solomon, direttrice del NYSCF.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: New York Stem Cell Foundation, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Riferimento: Michael W. Nestor, Daniel Paull, Samson Jacob, Andrew A. Sproul, Abdulaziz Alsaffar, Brian A. Campos, Scott A. Noggle. Differentiation of serum-free embryoid bodies from human induced pluripotent stem cells into networks. Stem Cell Research, 2013; 10 (3): 454 DOI: 10.1016/j.scr.2013.02.001.

Pubblicato in Science Daily il 2 Aprile 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari - Foto: Cellule staminali al microscopio, fonte Ospedale San Raffaele

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)