Una nuova ricerca suggerisce che i pazienti con decadimento cognitivo lieve (MCI), quando ricevono una diagnosi di Parkinson, sembrano avere un maggiore rischio di demenza precoce.
"Si dovrebbe eseguire il test cognitivo nella fase iniziale del Parkinson, anche al momento della diagnosi, per individuare i pazienti con MCI che hanno bisogno di essere monitorati più attentamente in seguito nel loro stato cognitivo", dichiara il ricercatore Kenn Freddy Pedersen, MD, del Centro norvegese per i disordini del movimento.
Lo studio basato sulla popolazione, ha coinvolto 182 pazienti con Parkinson incidente, monitorandoli per 3 anni. Sono stati eseguiti test cognitivi standard al basale e a 1 e 3 anni in seguito per verificare l'attenzione, le funzioni esecutive, la memoria verbale e le abilità visuospaziali. Le diagnosi di demenza e MCI sono state fatte in base a criteri di consenso pubblicati.
I ricercatori hanno scoperto che sono di più i pazienti con MCI al basale (27%), rispetto a quelli senza (0,7%), che hanno progredito verso la demenza nel corso dello studio (RR = 39,2, 95% CI, 5,2-296,5). Tuttavia, i ricercatori hanno anche scoperto che il 21,6% dei partecipanti con MCI al basale era tornato alla cognizione normale durante il corso dello studio. Dopo 1 anno sono state trovate percentuali analoghe di MCI progrediti verso la demenza (27,8%) e ritornati alla cognizione normale (19,4%). Dei 22 partecipanti con MCI persistente al basale e a 1 anno, il 45,5% ha sviluppato la demenza e solo il 9,1% è ritornato alla cognizione normale alla fine dello studio.
I partecipanti con MCI che hanno sviluppato la demenza erano più anziani e avevano un maggior rischio di deficit di attenzione e di memoria verbale al basale rispetto ai partecipanti con MCI che non hanno progredito verso la demenza, ma non sono state rilevate differenze significative nelle altre variabili demografiche, cliniche e neuropsicologiche.
I partecipanti con MCI al basale che sono ritornati alla cognizione normale durante il follow-up erano più giovani, avevano durata di malattia più breve, Parkinson meno grave e risultati migliori su diversi test cognitivi al basale, rispetto ai soggetti con MCI che hanno sviluppato la demenza.
"Anche se studi a lungo termine sul Parkinson dimostrano che la maggior parte dei pazienti svilupperà la demenza, c'è una grande variabilità nel tempo di insorgenza della demenza e dei deficit cognitivi meno gravi", scrivono Pedersen e colleghi. "Gli interventi futuri possono produrre il massimo beneficio se iniziati precocemente".
of this article is here.
Riferimento: Kenn Freddy Pedersen, MD, PhD; Jan Petter Larsen, MD, PhD; Ole-Bjorn Tysnes, MD, PhD; Guido Alves, MD, PhD. Prognosis of Mild Cognitive Impairment in Early Parkinson Disease. The Norwegian ParkWest Study. JAMA Neurol. 2013; doi:10.1001/jamaneurol.2013.2110.
Pubblicato in Healio il 27 Marzo 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.
Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra: |