Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta casuale rivela nuovo controllo sui vasi sanguigni del cervello in sviluppo

Zhen Huang ammette tranquillamente che non era interessato ai vasi sanguigni quattro anni fa, quando studiava lo sviluppo del cervello fetale di un topo. Al contrario voleva vedere come, cambiando un particolare gene nelle cellule cerebrali chiamate glia, si sarebbe pregiudicata la crescita dei neuroni.

Il risultato è stata una emorragia, causata dal deterioramento di vene ed arterie, e ha cercato di capire perchè.


Foto: In uno studio che dimostra una stretta
connessione tra lo sviluppo delle cellule cerebrali e i
vasi sanguigni, i vasi sanguigni (verde) crescono
normalmente in un cervello di topo in sviluppo, a
sinistra. A destra invece, vasi sanguigni (rossi) sono
collassati nei topi con un gene difettoso nelle cellule
gliali, che supportano la crescita dei neuroni che
trasportano segnali nervosi. La ricerca, di Zhen
Huang, neuroscienziato della University of
Wisconsin-Madison, mostra come le cellule neurali
in sviluppo controllano la crescita dei vasi sanguigni.
(Credit: Zhen Huang)


"E' stata una scoperta sorprendente", dice Huang, assistente professore di neuroscienze e neurologia all'Università del Wisconsin-Madison. "Ero interessato principalmente all'aspetto neurologico, come il cervello si sviluppa e si auto-cabla per prepararsi a tutte le cose meravigliose che fa". Ma, come diceva Louis Pasteur, la fortuna favorisce la mente preparata, e Huang sapeva di aver bisogno di seguire il suggerimento che le glia, normalmente considerate "aiutanti" dei neuroni, pregiudicherebbero la crescita dei vasi sanguigni.


Per prima cosa, il flusso di sangue è un fattore importante nel cervello, dice Huang, i cui collaboratori includono Shang Ma, del corso di laurea in biologia cellulare e molecolare alla UW-Madison. "Sappiamo che il cervello richiede molta energia. A parità di volume, consuma 10 volte più ossigeno del resto del corpo".


Anche se intuitivamente ha senso che lo sviluppo dei vasi del sangue debba essere guidata dallo sviluppo neuronale in qualche modo, Huang ha passato anni per assicurarsi di non essere fuorviato dal suo esperimento. Ora, è soddisfatto del suo lavoro, e i suoi revisori scientifici e la rivista PLoS Biology hanno appena pubblicato il suo studio.


Le cellule gliali del sistema nervoso stabiliscono un ambiente di crescita per i neuroni, ma non trasportano segnali. In particolare, Huang ha analizzato le "cellule gliali radiali", che fungono anche da cellule staminali nella creazione di nuovi neuroni. Le glia radiali si estendono dall'interno del cervello verso l'esterno, e guidano anche i neuroni in crescita alla loro posizione finale.


Un modo normale per scoprire cosa fanno cellule e geni è "disattivare" geni specifici, utilizzando una tecnologia inventata alla UW-Madison dall'ex professore Oliver Smithies (che ha condiviso il premio Nobel 2010 per questa scoperta). Quando Huang ha allevato topi con una mutazione da "eliminazione" ["knock out"] che bloccava la divisione cellulare tra le glia radiali, si aspettava di vedere delle anomalie nel cervello embrionale. Ma l'anomalia più grave è stata una del tutto inaspettata: erano collassati i vasi sanguigni che si erano già formati.


I nuovi vasi sanguigni in un embrione si sviluppano generalmente mediante un processo di due fasi, prima crescono, e poi si stabilizzano. "Se il secondo passo non può avvenire, i vasi possono essere già formati, ma l'organo non riesce ancora ad avere la sua fornitura di sangue perché i vasi regrediscono, o collassano", dice Huang. Quando i vasi sanguigni collassano, i neuroni cominciano a morire, dice Huang. Alcune malattie cerebrali, inclusi Alzheimer e ictus emorragico, mostrano una regressione simile, e Huang dice che è possibile che anche il meccanismo di segnalazione che egli ha bloccato sperimentalmente possa avere un ruolo in queste malattie.


Anche se qualsiasi trattamento clinico è distante anni, Huang sta ancora crogiolandosi nell'emozione della scoperta fondamentale. "Abbiamo scoperto che queste cellule progenitrici e assistenti, le glia radiali, regolano lo sviluppo dei vasi sanguigni, e nessuno l'ha scoperto prima d'ora", dice Huang. "Abbiamo usato un topo con alterazioni genetiche che regolano l'attività di queste cellule di aiuto al cervello, e siamo rimasti molto sorpresi nel vedere che questo ha avuto un effetto drastico sullo sviluppo dei vasi sanguigni. In precedenza si è sempre pensato che si trattasse di due sistemi separati, ora sappiamo che tra loro c'è interlocuzione. E' quasi come se avessimo aperto un nuovo campo di ricerca".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of Wisconsin-Madison. Articolo originale scritto da David Tenenbaum.

Riferimento:
Shang Ma, Hyo Jun Kwon, Heidi Johng, Keling Zang, Zhen Huang. Radial Glial Neural Progenitors Regulate Nascent Brain Vascular Network Stabilization Via Inhibition of Wnt Signaling. PLoS Biology, 2013; 11 (1): e1001469 DOI: 10.1371/journal.pbio.1001469.

Pubblicato in ScienceDaily il 24 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)