Una tecnica efficiente, volta a testare grandi volumi di trattamenti farmacologici potenziali per l'Alzheimer, ha scoperto un composto organico che ha restituito la funzione motoria e la longevità a moscerini della frutta con la malattia, secondo una nuova ricerca che potrebbe contribuire a porre su un percorso più veloce la ricerca per un farmaco efficace di Alzheimer.
Ricercatori della Princeton University riferiscono sul Journal of Biological Chemistry, che hanno scoperto un composto organico che ha impedito la formazione di grumi, o aggregati di proteine, che si trovano sulle cellule cerebrali umane colpite dall'Alzheimer.
I ricercatori si sono accorti del potenziale del composto tramite un processo di selezione "ad alto volume" (possibilità di esaminare molti materiali in una sola volta) sviluppato alla Princeton, che ha esaminato la capacità di 65.000 composti molecolari di inibire l'aggregazione proteica. I ricercatori segnalano che, quando il composto (chiamato D737) è stato somministrato ai moscerini della frutta allevati per evidenziare sintomi simili all'Alzheimer, esso ha restaurato la capacità di ascendere e ne ha allungato la vita di diversi giorni rispetto a quelli che non avevano ricevuto il composto.
Il composto funziona fermando l'accumulo del peptide amiloide-beta 42 (Aβ42), che interrompe il funzionamento delle cellule, è presente in quantità elevate nelle placche di Alzheimer, e si pensa che faccia partire il deterioramento neurale caratteristico della malattia. I moscerini della frutta sono stati geneticamente modificati presso l'Università di Cambridge per avere Aβ42 umana nei neuroni. Come negli esseri umani, questo accumulo si traduce in perdita di memoria e mobilità, disorientamento e morte precoce.
Il ricercatore principale Michael Hecht, professore di chimica alla Princeton, ha detto che i risultati fanno emergere un metodo di screening rapido ed efficace che potrebbe aiutare la ricerca di un farmaco di difesa contro l'Alzheimer. Al momento, ha detto, la proliferazione della malattia nella popolazione che invecchia ha subissato gli sforzi per sviluppare un trattamento. "Poichè la popolazione invecchia, l'Alzheimer è una grave malattia", ha detto Hecht. "Ci sono farmaci per controllarne i sintomi, ma nulla per curare la malattia stessa. Un degli approcci potrebbe essere controllare l'aggregazione del peptide come abbiamo fatto noi, ma i composti testati finora spesso non ce la fanno. La nostra tecnica potrebbe consentire agli scienziati di creare un sistema genetico artificiale, esaminarlo con una selezione ad alto volume e vedere se funziona", ha detto Hecht. "Da questo possono pescare i migliori risultati e testarli in altri modelli".
Inoltre, un composto efficace come il D737 può rivelare informazioni sulla struttura dell'Aβ42 che può essere utilizzata per formulare altri trattamenti, ha detto l'autore Angela Fortner McKoy, ricercatrice post-dottorato alla Rutgers University, che ha ricevuto il dottorato di ricerca in chimica alla Princeton nel 2011. La Fortner McKoy e Hecht hanno lavorato con il secondo autore Jermont Chen, che ha avuto il dottorato di ricerca in chimica a Princeton nel 2008, e Trudi Schüpbach, Professore Henry Fairfield Osborn di Biologia.
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Il documento è stato pubblicato il 9 Novembre 2012 sul Journal of Biological Chemistry. La ricerca è stata finanziata dall'Alzheimer's Association, dell'Howard Hughes Medical Institute e del National Institutes of Health.
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Fonte: Princeton University
Riferiemnto: Angela Fortner McKoy, Jermont Chen, Trudi Schupbach, Michael H. Hecht. A Novel Inhibitor of Amyloid β (Aβ) Peptide Aggregation, From High Throughput Screening To Efficacy In An Animal Model Of Alzheimer Disease. The Journal of Biological Chemistry, 287, 38992-39000. November 9, 2012 doi:10.1074/jbc.M112.348037
Pubblicato da Morgan Kelly in Princeton.edu il 15 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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