Nel marzo scorso, i ricercatori della University of California LosAngeles (UCLA) hanno riferito lo sviluppo di un composto molecolare chiamato CLR01 che impediva alle proteine tossiche associate al Parkinson di legarsi insieme e uccidere i neuroni del cervello.
Sulla base di tali scoperte, ora hanno rivolto la loro attenzione all'Alzheimer, che si ritiene sia causato da una simile aggregazione tossica, ma con diverse proteine, in particolare amiloide-beta e tau.
E quello che hanno trovato è incoraggiante. Usando lo stesso composto, che hanno chiamato "pinzetta molecolare", i ricercatori hanno dimostrato per la prima volta in un topo, modello vivente di Alzheimer, che il composto attraversa in modo sicuro la barriera emato-encefalica, elimina gli aggregati di amiloide-beta e tau esistenti, e si dimostra anche protettivo per le sinapsi dei neuroni - altro bersaglio della malattia - che permettono alle cellule di comunicare tra loro.
Il report appare nella edizione online della rivista Brain.
"Questa è la prima dimostrazione che le pinzette molecolari funzionano in un modello animale mammifero", ha detto Gal Bitan (foto), professore associato di neurologia all'UCLA e autore senior dello studio. "È importante sottolineare che non sono stati osservati segni di tossicità nei topi trattati. I risultati di efficacia e tossicità supportano il meccanismo di questa pinzetta molecolare e suggeriscono che questi sono composti promettenti per lo sviluppo di terapie capaci di modificare l'Alzheimer, il Parkinson e altri disturbi".
Le pinzette molecolari sono composti molecolari complessi in grado di legarsi ad altre proteine. Questi composti, con la forma della lettera "C", si avvolgono intorno alle catene di lisina, un amminoacido basico che costituisce la maggior parte delle proteine. Bitan e i suoi colleghi, compresa Aida Attar, primo autore dello studio e studente laureato nel laboratorio di Bitan, hanno lavorato con una particolare pinzetta molecolare chiamata CLR01.
In collaborazione con scienziati dell'Università Cattolica di Roma, i ricercatori, lavorando prima in colture cellulari, hanno scoperto che il CLR01 inibisce efficacemente un processo noto come sinapto-tossicità, per cui ciuffi di amiloide tossica danneggiano o distruggono le sinapsi di un neurone. Anche se le sinapsi dei topi transgenici con Alzheimer si interrompono e i topi perdono la memoria, dopo il trattamento si formano nuove sinapsi e i topi riguadagnano la loro capacità di apprendimento e di memoria.
"Per gli esseri umani, purtroppo, la situazione è più problematica perché i neuroni muoiono a poco a poco nell'Alzheimer", ha detto Bitan. "Ecco perché dobbiamo iniziare il trattamento il più presto possibile. La buona notizia è che le pinzette molecolari sembrano avere un elevato margine di sicurezza, così da essere adatte per un trattamento profilattico che inizia molto prima della comparsa della malattia".
Successivamente, usando una "etichetta" radioattiva, i ricercatori sono stati in grado di confermare che il composto aveva attraversato la barriera emato-encefalica del topo ed è stato efficace nell'eliminare gli aggregati di amiloide-beta e tau dal cervello.
"Questo lavoro dimostra che le pinzette molecolari fanno una serie di cose: aiutano a migliorare varie caratteristiche patologiche dell'Alzheimer, comprese le placche di amiloide, i grovigli neurofibrillari e l'infiammazione del cervello, ed i nostri esperimenti di coltura cellulare hanno dimostrato che le pinzette molecolari bloccano l'effetto tossico dell'amiloide-beta sull'integrità sinaptica e sulla comunicazione", ha detto Bitan. "Noi chiamiamo queste pinzette uniche "processo-specifico", piuttosto che i più comuni inibitori proteici specifici", ha aggiunto, il che significa che il composto attacca solo gli aggregati tossici mirati e non i normali processi del corpo. "Questo è molto importante, perché contribuisce a confermare la prova che le pinzette molecolari possono essere utilizzate in modo sicuro, sostenendo alla fine il suo sviluppo come terapia per l'uomo".
Il passo successivo, spera Bitan, è verificare che le pinzette migliorino la memoria e non solo la patologia cerebrale. I ricercatori dicono che stanno lavorando su questo punto e hanno già dati preliminari incoraggianti.
Altri autori dello studio oltre a Bitan e Attar sono citati nel documento. Lo studio è stato finanziato dal Jim Easton Consortium for Alzheimer's Drug Discovery and Biomarker Development dell'UCLA, American Health Assistance Foundation, da RJG Foundation, da Cure Alzheimer's Fund, dal National Research Service, dal National Institute of Health, e da una Veteran's Administration Merit Award.
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Pubblicato da Mark Wheeler in UCLA.edu il 15 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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