Le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer o il Parkinson sono caratterizzate dalla perdita di cellule nervose e dalla deposizione di proteine nel tessuto cerebrale.
Un gruppo di ricercatori guidati da Gabor G. Kovacs dell'Istituto Clinico di Neurologia della Medical University di Vienna ha ora dimostrato che l'Alzheimer non coinvolge solo - come si riteneva in passato - le proteine che sono attribuite al morbo stesso, ma la condizione può comportare una miscela di proteine interagenti da diverse malattie neurodegenerative.
"Il risultato è che l'Alzheimer non deve essere trattato separatamente. Secondo questi ultimi risultati, l'Alzheimer puro, classico, che coinvolge solo le proteine attribuite (tau e beta amiloide, come nella grafica in alto), non sembra essere la norma", dice Kovacs. C'è anche una diversa distribuzione regionale della perdita delle cellule nervose e dei depositi di proteine tra i pazienti che, nel loro insieme, hanno un significato clinico prognostico [= che consente di formulare la prognosi, la previsione del probabile andamento della malattia]. La conseguenza è che devono essere sviluppate strategie differenziate per una terapia personalizzata che tiene conto di tutti i fattori interagenti.
I nuovi concetti di trattamento che sono attualmente in fase di sviluppo da parte del neuropatologi, neurobiologi, psichiatri, neurologi, ed esperti di neuroimaging della MedUni di Vienna dividerà i pazienti in "sotto-gruppi". Dice Kovacs: "L'obiettivo è quello di definire questi gruppi con estrema precisione in futuro, in modo da essere in grado di offrire loro un trattamento personalizzato".
Demenze: una tendenza in crescita
Circa 100.000 austriaci sono attualmente soggetti a una malattia correlata alla demenza, secondo le statistiche della Austrian Alzheimer Society. Secondo le stime, questa cifra salirà a circa 280.000 nel 2050 a causa dell'aumento generalizzato dell'età della popolazione. L'Alzheimer è responsabile dal 60 all' 80 per cento di queste condizioni.
Il rapporto globale sull'Alzheimer di "Alzheimer's Disease International" ritiene che la prevalenza della demenza raddoppi ogni 20 anni. Ci sono attualmente circa 35 milioni di persone nel mondo che soffrono di una malattia correlata alla demenza. Entro il 2030 il loro numero salirà a 65,7 milioni, per arrivare a 115,4 milioni nel 2050.
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Fonte: Materiale della Medical University of Vienna.
Pubblicato in ScienceDaily il 21 Settembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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