Le persone senza demenza e con livelli alti di una proteina che indica la presenza di infiammazione, hanno anche i parenti con maggiori probabilità di evitare la malattia, secondo un nuovo studio pubblicato il 15 Agosto 2012 nell'edizione on line di Neurology®, la rivista medica dell'American Academy of Neurology.
"Nelle persone molto anziane con buona cognizione, livelli più alti di proteina C-reattiva, che è legata alla infiammazione, sono associati con una memoria migliore", ha detto l'autore dello studio Jeremy M. Silverman (foto a sinistra), PhD, della Mount Sinai School of Medicine di New York. "I nostri risultati dicono che maggiore è il livello di questa proteina nel partecipante allo studio, minore è il rischio di demenza nei loro genitori e fratelli".
Per lo studio, i ricercatori hanno identificato 277 veterani maschi di 75 anni e oltre e privi di sintomi di demenza, che si sono sottoposti a un test che misura i livelli della proteina. Successivamente, il gruppo ha intervistato circa 1.329 genitori e fratelli e ha controllato se avevano demenza. In totale 40 parenti di 37 famiglie avevano la demenza. Un secondo gruppo indipendente di 51 uomini di 85 anni e oltre, senza sintomi di demenza, è stato intervistato a proposito di circa 202 loro parenti, per verificare la demenza. Nove dei parenti avevano demenza.
Gli sperimentatori dello studio hanno trovato che i partecipanti che avevano una maggiore quantità della proteina avevano una probabilità minore di oltre il 30 per cento di avere parenti affetti da demenza. Risultati simili sono stati trovati nel secondo gruppo. Poiché i livelli di proteina non sono stati associati agli anni di istruzione, allo stato civile, all'occupazione e all'attività fisica, questi fattori non influiscono sul rischio ridotto osservato.
"Questa proteina è legata a una peggiore cognizione negli anziani più giovani. Così, tra i più anziani che rimangono cognitivamente sani, quelli con un livello alto di proteine possono essere più resistenti alla demenza", ha detto Silverman. "Il nostro studio mostra che questa protezione può essere trasferita ai parenti più prossimi".
Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Aging, dal United States Department of Veterans Affairs, dal Berkman Charitable Trust e dell'Associazione Alzheimer.
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Fonte: Materiale della American Academy of Neurology (AAN).
Riferimento:JM Silverman, J. Schmeidler, MS Beeri, C. Rosendorff, M. Sano, HT Grossman, JR Carrion-Baralt, IN Bespalova, R. West, V. Haroutunian. C-reactive protein and familial risk for dementia: A phenotype for successful cognitive aging. Neurology, 2012; DOI: 10.1212/WNL.0b013e3182698c89.
Pubblicato in ScienceDaily il 15 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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