Nei soggetti con Alzheimer l'attività cerebrale perdura più a lungo in alcune aree del cervello di quanto non succeda nelle persone sane, secondo i ricercatori della Mayo Clinic che hanno creato una mappa del cervello.
I risultati suggeriscono che variare l'attività cerebrale può ridurre il rischio di Alzheimer.
Lo studio è stato presentato alla conferenza internazionale della Alzheimer's Association e pubblicato recentemente sulla rivista PLoS One. I ricercatori hanno confrontato l'attività cerebrale con una rete complessa, con vari oggetti che condividono le informazioni lungo i percorsi. "La nostra comprensione di questi oggetti e percorsi è limitata", dice l'autore David T. Jones, MD. "Ci sono regioni del cervello che corrispondono a tali oggetti, e non è in realtà chiaro cosa siano esattamente. Abbiamo bisogno di una buona mappatura o atlante di quelle regioni che compongono la rete nel cervello, un compito che ci eravamo assunti con questo studio".
I ricercatori hanno esaminato 892 persone cognitivamente normali che partecipavano allo Studio sull'Invecchiamento della Mayo Clinic, ed si sono prefissati di creare una mappa attiva del loro cervello, mentre le persone erano "a riposo", non impegnate in un compito specifico. Per farlo, hanno impiegato la risonanza magnetica funzionale per costruire un atlante di 68 regioni funzionali del cervello, come città su una mappa stradale.
I ricercatori hanno riempito le strade tra queste regioni creando rappresentazioni grafiche dinamiche della connettività cerebrale entro una finestra temporale mobile. Questa analisi ha rivelato che ci sono molte strade che potrebbero essere utilizzate per lo scambio di informazioni nel cervello, e il cervello utilizza strade diverse in tempi diversi. La domanda a cui rispondere, poi, ha detto il dottor Jones, è se i malati di Alzheimer utilizzano questa mappa e queste strade in modo diverso rispetto ai loro coetanei sani. "Quello che abbiamo trovato in questo studio è che i malati di Alzheimer tendono a trascorrere più tempo in alcune strade e meno tempo in altre strade, e le prime influenzano le altre" dice.
Anche se sono necessarie ulteriori ricerche, i ricercatori dicono che una implicazione è che il modo in cui usiamo il nostro cervello ci può proteggere dall'Alzheimer. Il Dr. Jones dice che l'esercizio, l'istruzione e l'attività sociale possono aiutare l'equilibrio delle attività del cervello. "Diversificare lo spazio mentale che si esplora può effettivamente ridurre il rischio di Alzheimer", dice.
Questo lavoro è stato finanziato dal National Institute on Aging, dalla Alexander Family Alzheimer's Disease Research Professorship della Fondazione Mayo, e dall'Alzheimer's Association New Investigator. Co-autori David T. Jones, MD; Prashanthi Vemuri, Ph.D.; Matthew C. Murphy, Ph.D.; Jeffrey L. Gunter, Ph.D.; Matthew L. Senjem; Mary M. Machulda, Ph.D.; Scott A. Przybelski; Brian E. Gregg; Kejal Kantarci,MD; David S. Knopman, MD; Bradley F. Boeve, MD; Ronald C. Petersen, MD, Ph.D.; e Clifford R. Jack, Jr., MD.
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Riferimento: David T. Jones, Prashanthi Vemuri, Matthew C. Murphy, Jeffrey L. Gunter, Matthew L. Senjem; Mary M. Machulda, Scott A. Przybelski; Brian E. Gregg; Kejal Kantarci, David S. Knopman, Bradley F. Boeve, Ronald C. Petersen, Clifford R. Jack, Jr. Non-stationarity in the "Resting Brain's" Modular Architecture, Mayo Clinic.
Pubblicato da Bob deMarco in Alzheimer's Reading Room il 14 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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