Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Antiossidante può interrompere processo dell'Alzheimer

L'Alzheimer (AD) è la sesta causa di morte tra gli americani, colpendo quasi 1 persona su 8 di età oltre 65 anni. Attualmente non esiste un trattamento che altera il corso della malattia.

Tuttavia, un volume crescente di prove suggerisce che i cambiamenti nel modo in cui l'organismo gestisce il ferro e gli altri metalli come il rame e lo zinco può iniziare anni prima della comparsa dei sintomi di AD. Un nuovo studio mostra che la riduzione dei livelli di ferro nel plasma sanguigno può proteggere il cervello dalle modifiche connesse all'AD.


In questo studio un gruppo di investigatori guidati dal Dr. Othman Ghribi, PhD, Professore Associato nel Dipartimento di Farmacologia, Fisiologia e Terapeutica della School of Medicine and Health Sciences dell'University of North Dakota, dei conigli sono stati alimentati con una dieta ricca di colesterolo, che ha causato l'accumulo di placche di una piccola proteina chiamata beta-amiloide (Aβ). Queste placche sono tossiche per i neuroni e centrali nello sviluppo dell'Alzheimer. I conigli hanno anche sviluppato cambiamenti nella proteina tau, che è parte dello scheletro di neuroni. Quando questa proteina viene pesantemente fosforilata, viene interrotta la capacità dei neuroni di condurre i segnali elettrici. Dopo il trattamento con un farmaco chiamato deferiprone (un chelante del ferro), il livello di ferro nel plasma sanguigno dei conigli è stato ridotto ed i livelli sia di beta-amiloide che di tau fosforilata nel cervello sono stati riportati a livelli normali.


Un altro processo degenerativo in AD comporta la produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS) che possono danneggiare i neuroni nel cervello. Si ritiene che il deferiprone sopprima anche questo danno dell'ossigeno reattivo causato da ferro libero nel sangue, ma in questo studio non vi era alcuna differenza nelle specie reattive dell'ossigeno nel gruppo trattato. Sembra che il ferro nel cervello di AD si trovi nei posti sbagliati - in particolare si accumula a livelli molto elevati nei nuclei delle placche beta-amiloidi ed è molto reattivo in questo ambito.


Secondo il Dott. Ghribi, "i dati dimostrano che il trattamento con il chelante del ferro deferiprone si oppone a una serie di eventi patologici indotti da una dieta ricca di colesterolo ... Il deferiprone ha ridotto la generazione di Aβ e dei livelli di fosforilazione della tau". Anche se non c'era alcun effetto sui livelli di ROS, egli commenta che "è possibile che una dose maggiore di deferiprone, o una terapia combinata di deferiprone e di un antiossidante per prevenire la formazione di ROS, possa proteggere in modo più integrale dagli effetti deleteri della dieta arricchita di colesterolo che sono rilevanti nella patologia di AD".


Il noto esperto di ricerche del metabolismo dei metalli nell'AD, Ashley Bush, MD, PhD, del Mental Health Research Institute di Melbourne in Australia, aggiunge che "questa ricerca evidenzia il ruolo degli ioni metallici come modulatori chiave per le interazioni tossiche dei fattori di rischio per l'Alzheimer; il colesterolo in questo caso. Farmaci che colpiscono queste interazioni dei metalli potenzialmente possono rivelarsi agenti modificanti la malattia".

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della IOS Press BV, via AlphaGalileo.

Riferimento:Jaya RP Prasanthi, Matthew Schrag, Bhanu Dasari, Gurdeep Marwarha, Wolff M. Kirsch and Othman Ghribi. Deferiprone Reduces Amyloid-β and Tau Phosphorylation Levels but not Reactive Oxygen Species Generation in Hippocampus of Rabbits Fed a Cholesterol-Enriched Diet. Journal of Alzheimer's Disease, May 2012 DOI: 10.3233/JAD-2012-111346.

Pubblicato in
ScienceDaily il 10 aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.