Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperti nel cervello di ragni dei 'canali di scarico dei rifiuti' la cui degenerazione porta all'Alzheimer

Prof Ruth Fabian Fine UniVermontLa prof.ssa Ruth Fabian-Fine della Università del Vermont (Fonte: St. Michael's College)

Ricercatori del Saint Michael's College di Colchester (Vermont / USA) e dell'Università del Vermont hanno fatto una scoperta rivoluzionaria che fornisce una migliore comprensione di come si sviluppa il morbo di Alzheimer (MA) nel cervello umano.


Guidati da ricerche precedenti sul cervello dei ragni, gli scienziati hanno trovato l'evidenza di un 'sistema di canali di scarico' nel cervello umano che assimila i rifiuti dei neuroni sani. Hanno scoperto che questo sistema può subire un gonfiore catastrofico, che porta alla degenerazione del tessuto cerebrale, un segno distintivo del MA.


I risultati dello studio, pubblicati sul Journal of Comparative Neurology, offrono una nuova avvincente spiegazione alle patologie cerebrali comunemente descritte come tipiche del MA, che comprendono le placche di amiloide-beta, i grovigli tau e le anomalie spongiformi.


La ricerca è una collaborazione tra la dott.ssa Ruth Fabian-Fine (Saint Michael's College), il dott. John DeWitt (Università del Vermont), il dott. Adam Weaver (Saint Michael's College) e Abigail Roman e Melanie Winters, studenti di ricerca del Saint Michael. La neuroscienziata dott.ssa Fabian-Fine e il suo team hanno inizialmente studiato le cause sottostanti la neurodegenerazione nei ragni centroamericani della famiglia Ctenidae, che soffrono di condizioni simili alle malattie degenerative nell'uomo.


Poiché i neuroni del ragno sono più grandi [di quelli umani], gli scienziati sono in grado di osservare meglio le loro funzioni cerebrali. Hanno scoperto rapidamente un sistema di canali gliali internalizzante che nel cervello di ragno degenerato subisce anomalie strutturali, che determinano la deplezione (depauperamento, degrado) incontrollata e la morte delle cellule cerebrali.


Questa scoperta ha spinto la Fabian-Fine a studiare se un sistema simile potesse essere presente sia nel tessuto cerebrale di roditore che in quello umano. Quindi, la collaborazione con il neuropatologo dott. DeWitt della UVM è arrivata a raccogliere prove schiaccianti che la neurodegenerazione nel cervello umano e di roditori può avere cause sottostanti simili rispetto a quelle osservate nel cervello del ragno.


Il rapporto degli scienziati delinea le possibili cause alla base della neurodegenerazione, che possono offrire un nuovo percorso promettente per lo sviluppo di farmaci in grado di affrontare le anomalie strutturali che portano alla neurodegenerazione.

 

 

 


Fonte: Stephanie Knific in University of Vermont (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: R Fabian-Fine, [+3], JC DeWitt. Myelinated Glial Cells: Their Proposed Role in Waste Clearance and Neurodegeneration in Arachnid and Human Brain. J Comp Neurol, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.