Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificato in Corea un potenziale farmaco anti-invecchiamento

Degli scienziati hanno studiato il farmaco IU1 per mitigare i problemi legati all'età nei sistemi di controllo della qualità delle proteine.

elderly hands Image by rawpixel.com on Freepik.com

L'invecchiamento porta al deterioramento dei meccanismi di controllo qualità delle proteine ​​nelle cellule umane, con conseguenti problemi legati all'età. In uno studio recente pubblicato su Autophagy, un gruppo coreano di ricerca ha testato gli effetti del farmaco IU1 su proteasomi e autofagia, due importanti sistemi nella proteostasi.


Usando moscerini della frutta come modello animale, hanno scoperto che l'IU1 può prevenire il declino della proteostasi legato all'età, aprendo la strada a terapie antinvecchiamento, in particolare per le malattie degenerative come l'Alzheimer.


L'invecchiamento è un fenomeno inevitabile ed è accompagnato da diverse comorbilità. Per questo, la ricerca sugli effetti dell'invecchiamento è diventata fondamentale e gli scienziati stanno cercando modi per rallentarlo, insieme al suo impatto dannoso sul corpo umano. Mentre l'invecchiamento alla fine provoca un deterioramento in tutti i sistemi corporei, l'interruzione dell'omeostasi delle proteine ​​o 'proteostasi' è una delle principali ragioni sottostanti.


Le nostre cellule hanno diversi meccanismi che aiutano a rilevare proteine ​​danneggiate o mal ripiegate e a scomporle. Questi sistemi di 'controllo qualità delle proteine' impediscono alle proteine ​​difettose di aggregarsi e accumularsi, causando stress cellulari e problemi a lungo termine. Con l'invecchiamento di una persona, questi sistemi declinano nella funzione, il che pone le basi per molte malattie degenerative legate all'età e condizioni croniche. Pertanto, prevenire l'interruzione dei meccanismi di proteostasi potrebbe essere la chiave per aumentare la longevità e migliorare la qualità della vita degli anziani.


In questa ottica, un team di ricerca ha deciso di studiare la relazione tra due sistemi di controllo qualità delle proteine ​​essenziali, vale a dire proteasomi e autofagia. I ricercatori guidati dal professor Seogang Hyun dell'Università Chung-Ang, in Corea, hanno identificato un farmaco in grado di preservare le prestazioni di questi sistemi, dimostrando interessanti effetti antinvecchiamento.


I proteasomi sono complessi proteici che abbattono le proteine ​​difettose in peptidi più piccoli. Dall'altra parte, l'autofagia è un processo attraverso il quale le cellule si degradano e si riciclano in strutture più grandi, compresi gli aggregati proteici, attraverso la formazione di vescicole specializzate. I due sistemi lavorano di concerto per mantenere la proteostasi, ma il meccanismo della loro attivazione sinergica per mitigare gli effetti dell'invecchiamento non è ben compreso.


Fortunatamente, un composto interessante ha finito per attirare l'attenzione del Prof. Hyun: "Alcuni anni fa, ho imparato da una conferenza accademica che un certo farmaco chiamato IU1 può migliorare l'attività proteasomale, il che ha incoraggiato il nostro gruppo a testare i suoi effetti antinvecchiamento".


I ricercatori hanno impiegato un modello animale per studiare il processo di invecchiamento: moscerini della frutta del genere Drosophila. Poiché questi moscerini frutta hanno vita breve e il loro deterioramento muscolare legato all'età è abbastanza simile a quello nell'uomo, la Drosophila costituisce un modello prezioso per lo studio dell'invecchiamento. Hanno trattato i moscerini con il farmaco IU1 e hanno misurato vari parametri comportamentali e la proteostasi.


I risultati sono stati abbastanza promettenti, come osserva il Prof. Hyun: “L'Inibizione con IU1 dell'attività della peptidasi 14 specifica dell'ubiquitina (USP14), un componente del complesso del proteasoma, ha migliorato non solo l'attività del proteasoma ma contemporaneamente anche l'attività autofagica. Abbiamo dimostrato che questo meccanismo sinergico potrebbe migliorare la debolezza muscolare legata all'età dei moscerini della frutta e prolungare la durata della vita. Vale la pena notare che risultati simili sono stati ottenuti anche nelle cellule umane".


Questi risultati hanno importanti conseguenze, in particolare per quanto riguarda i progressi nella terapia antinvecchiamento come evidenzia il Prof. Hyun: “La omeostasi proteica ridotta è una delle principali caratteristiche delle malattie degenerative come l'Alzheimer e il Parkinson. I risultati del nostro studio potrebbero gettare le basi per lo sviluppo di trattamenti per varie malattie legate all'età. Speriamo che queste nuove intuizioni aprano la strada a terapie che migliorano la qualità della vita e ne prolungano la durata".

 

 

 


Fonte: Chung Ang University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jin Ju Lim, [+4], Seogang Hyun. Pharmacological inhibition of USP14 delays proteostasis-associated aging in a proteasome-dependent but foxo-independent manner. Autophagy, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)