"Le fibre vegetali del bergamotto hanno proprietà antiossidanti e neuroprotettive che potrebbero essere utilizzate anche per la prevenzione e il contrasto alle malattie neurodegenerative".
Questo il risultato di una ricerca scientifica condotta dalla Scuola di Farmacia e Nutrizione dell’Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro, insieme all’ Università Mediterranea di Reggio Calabria e l’Università Telematica San Raffaele Roma, pubblicata su Plants. La notizia è stata rilanciata in un post dal Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria Dop:
"La ricerca, partita dall’utilizzo del 'pastazzo', lo scarto della lavorazione industriale per la produzione del succo e dell’olio di bergamotto, suggerisce un risultato eccellente: la polvere di fibre di bergamotto contiene polifenoli e flavonoidi, in grado di esercitare una forte proprietà antiossidante. Se la teoria verrà confermata le fibre di bergamotto potrebbero essere utilizzate per la ricerca sull’Alzheimer".
Lo studio è stata portata avanti da Jessica Maiuolo della Scuola di Farmacia e Nutrizione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro e da colleghi dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e del San Raffaele di Roma. In particolare lo studio parte dalla nota presenza abbondante di composti fenolici e oli essenziali con attività antinfiammatoria, antiossidante, anticolesterolemica e protettiva del sistema immunitario delle fibre del bergamotto.
Da qui i ricercatori hanno cercato di comprendere gli effetti su un modello di laboratorio che riproduceva il processo di degenerazione cellulare causato dall’accumulo della proteina amiloide-beta. In particolare lo studio si è concentrato sulle linee cellulari sia su neuroni che su oligodendrociti, per misurare il coinvolgimento delle glia e confrontarlo con quello dei neuroni. Ebbene dagli esiti della ricerca sono arrivati risultati incoraggianti: la polvere di fibre di bergamotto contiene polifenoli e flavonoidi ed è in grado di esercitare una proprietà antiossidante.
"Inoltre – scrivono nell’articolo i ricercatori – la fibra di bergamotto esercita un’azione protettiva sul danno indotto dal trattamento con amiloide-beta, e tale difesa si riscontra in esperimenti sulla vitalità cellulare, sull’accumulo di specie reattive dell’ossigeno, sul coinvolgimento dell’espressione della caspasi-3, e sulla necrosi o morte apoptotica.
"In tutti questi risultati – aggiungono i ricercatori – gli oligodendrociti erano sempre più sensibili e fragili dei neuroni. Sono necessarie ulteriori ricerche e, se questa tendenza sarà confermata, le fibre di bergamotto potrebbero essere utilizzate per la ricerca sulla malattia di Alzheimer; allo stesso tempo, si potrebbe evitare l’accumulo di prodotti di scarto".
Fonte: Meraviglie di Calabria
Riferimenti: J Maiuolo, [+9], V Mollace. Protective Role of an Extract Waste Product from Citrus bergamia in an In Vitro Model of Neurodegeneration. Plants, 2023, DOI
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.