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Proteine ​​di Alzheimer distruggono cellule nervose nel naso

Una proteina legata all'Alzheimer uccide le cellule nervose che rilevano gli odori, secondo uno studio su animali che appare nel numero del 28 settembre del Journal of Neuroscience.

I risultati spiegano sul perché le persone con Alzheimer spesso perdono il senso dell'olfatto nelle prime fasi del decorso della malattia.

"I deficit nella rilevazione e nella discriminazione degli odori sono tra i primi sintomi dell'Alzheimer, suggerendo che l'olfatto può potenzialmente servire come un 'canarino nella miniera di carbone' per la diagnosi precoce della malattia", ha detto Leonardo Belluscio, PhD, del National Institute of Neurological Disorders and Stroke, che ha condotto lo studio. "I cambiamenti che avvengono nel sistema olfattivo a causa dell'Alzheimer possono essere simili a quelli di altre regioni del cervello, ma appaiono più rapidamente", ha aggiunto.

I ricercatori ritenevano che le placche di proteine comunemente osservate nel cervello delle persone con Alzheimer fossero responsabili dell'uccisione delle cellule nervose, causando interruzioni nella memoria - un segno distintivo della malattia. Le placche derivano principalmente da una proteina chiamata proteina precursore dell'amiloide (APP). Il nuovo studio suggerisce che l'APP da sola - in assenza delle placche - può essere cause della morte delle cellule nervose.

Nel nuovo studio, Belluscio e i suoi colleghi hanno manipolato geneticamente i topi per produrre alti livelli di una versione mutata di APP umana in cellule del nervo olfattivo. La forma mutata della proteina appare in alcune persone con Alzheimer precoce, una forma rara che esiste nelle famiglie e colpisce prima dei 65 anni. I ricercatori hanno scoperto che nei topi che producono APP mutante la morte delle cellule del nervo olfattivo è più alta di quattro volte, da tre settimane di età, rispetto ai topi normali. Anche se le cellule che hanno prodotto l'APP mutante sono morte, le cellule vicine - che non hanno l'APP mutante - sono sopravvissute. La morte cellulare si verifica anche in assenza di placche amiloidi.

Insieme, questo dimostra che la morte delle cellule è stata avviata all'interno delle cellule che rendono la APP mutante, non dalle placche all'esterno delle cellule. Quando i ricercatori hanno impedito alle cellule del nervo olfattivo di produrre alti livelli della proteina precursore mutante, sono rimaste vive più cellule. "La riduzione della produzione di APP, ha fermato la perdita diffusa di cellule nervose, suggerendo che tale morte delle cellule nervose correlata alla malattia potrebbe essere fermata", ha detto Belluscio.

"Insieme, questi risultati supportano l'ipotesi che le proteine amiloidi sono coinvolte nella degenerazione del cervello nell'Alzheimer", ha detto Donald Wilson, PhD, della New York University School of Medicine e del Nathan Kline Institute for Psychiatric Research, un esperto del sistema olfattivo non coinvolto nello studio. "Inoltre, essi forniscono una interessante opportunità per scoprire come prevenire o invertire gli eventi che portano alla morte cellulare e, in ultima analisi, alla demenza".

La ricerca è stata finanziata dal National Institute of Neurological Disorder and Stroke.

 

 


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Fonte: Materiale della Society for Neuroscience, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Pubblicato in ScienceDaily il 27 Settembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

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