Le persone sane con un maggiore rischio genetico della malattia di Alzheimer possono mostrare differenze nella struttura cerebrale e nei punteggi dei test cognitivi relativi al ragionamento e all'attenzione, secondo un nuovo studio.
Una ricerca svolta all'Università di Glasgow, e pubblicata su Neuropsychopharmacology, suggerisce che, sebbene fosse piccola l'associazione tra queste differenze nelle persone con un rischio genetico alto per il morbo di Alzheimer (MA), il collegamento suggerisce che i segni della malattia devastante possono essere rilevabili prima che siano evidenti sintomi significativi.
Questo è il più grande studio eseguito fino ad oggi a indagare sul rischio genetico del MA a tarda insorgenza e su persone senza demenza, con risonanza magnetica strutturale del cervello e sui fenotipi della cognizione.
Il MA è una malattia neurodegenerativa in cui sono interessate diverse regioni del cervello, ma le prime includono l'ippocampo, che è vitale per elaborare la memoria e l'apprendimento.
Sappiamo che i fattori genetici hanno un ruolo nello sviluppo della malattia, e i ricercatori possono usare il punteggio di rischio poligenico, un metodo usato per stimare il rischio genetico di un individuo di sviluppare una particolare malattia, come ad esempio il MA.
In questo studio, i ricercatori hanno calcolato il punteggio di rischio genetico poligenico, di un gran numero di mutazioni, per 32.790 adulti generalmente sani senza demenza della UK Biobank, una risorsa di ricerca biomedica e di ricerca su larga scala, per vedere se il loro rischio genetico di MA nel corso della vita è associato a differenze medie nella struttura cerebrale e nelle prestazioni cognitive.
Rachana Tank, il primo autore dello studio, ha dichiarato:
"I nostri risultati sono innovativi perché mostrano che gli effetti del rischio genetico possono, in una certa misura, essere evidenti molto prima di una diagnosi clinica di demenza. Sebbene non possiamo dire per certo che queste differenze sono i primi segni di demenza di per sé, è importante che facciamo ulteriori ricerche in questo settore".
Il dott. Donald Lyall, docente di sanità pubblica all'università ha detto:
"Queste scoperte potrebbero portare a un modo migliore e significativamente più informativo di valutare il rischio di MA rispetto ai metodi attuali che indagano sulla storia familiare di demenza, perché essere in grado di identificare gli individui a rischio di peggioramento delle abilità cognitive e di calo potenzialmente accelerato, potrebbe migliorare notevolmente le opzioni di diagnosi e di trattamento in futuro".
Fonte: University of Glasgow (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Rachana Tank, Joey Ward, Kristin Flegal, Daniel Smith, Mark Bailey, Jonathan Cavanagh, Donald Lyall. Association between polygenic risk for Alzheimer’s disease, brain structure and cognitive abilities in UK Biobank. Neuropsychopharmacology, 7 Oct 2021, DOI
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