Pregare regolarmente potrebbe ridurre il rischio di sviluppare l'Alzheimer fino al 50 per cento, secondo un recente studio congiunto israelo-americano.
Lo studio dell'US National Institutes of Health ha dimostrato che le femmine che hanno pregato regolarmente hanno avuto una probabilità del 50 per cento in meno di sviluppare demenza lieve o di Alzheimer.
Lo studio, presentato a un convegno a Tel Aviv il mese scorso, si prefiggeva di mappare i fattori che aumentano il rischio di Alzheimer, secondo il quotidiano Ha'aretz. Anche se lo studio non ha dettagliato la connessione presunta tra preghiera e memoria, i ricercatori hanno cercato di spiegare le loro scoperte. "La preghiera è una consuetudine in cui è investito il pensiero, e l'attività intellettuale coinvolta in essa può costituire una misura di protezione contro la malattia", ha detto il Prof. Rivka Inzelberg, ricercatore principale dell'università di Tel Aviv.
I ricercatori hanno avuto difficoltà a stabilire la connessione tra la preghiera e l'Alzheimer tra gli uomini, dato che il 90 per cento dei soggetti di sesso maschile hanno detto che pregano ogni giorno, e quindi hanno distorto il campionamento. "Però", ha detto Inzelberg, "tra le donne, solo il 60 per cento delle donne pregavano cinque volte al giorno e il 40 per cento non pregavano regolarmente, quindi siamo stati in grado di confrontare i dati".
Questo non è il primo studio che cerca di trovare un legame tra religione e salute. Nel 2005, ricercatori hanno concluso che l'adozione di uno stile di vita religioso o spirituale rallenta il progresso dell'Alzheimer. Inoltre, il gruppo di ricerca israeliano Assia, ha trovato che i tassi di morbilità e mortalità tra i neonati erano molto più bassi nelle comunità religiose.
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Pubblicato in ChinaDaily.com.cn il 27 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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