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L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame tra sonno e Alzheimer

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di placche dannose tossiche nel cervello. Questa placca amiloide è essenzialmente veleno per le nostre cellule cerebrali. Ovunque si accumula l'amiloide, i neuroni circostanti sono uccisi, con il risultato di un grave declino cognitivo.


Il ruolo della placca amiloide nel MA è ben noto, ma c'è un paradosso che confonde gli scienziati da decenni. Si potrebbe pensare che i malati di MA abbiano grandi accumuli di placca amiloide nell'ippocampo, la zona del cervello responsabile dell'immagazzinamento della memoria a lungo termine. Ma questo non è vero.


In effetti, i pazienti di MA mostrano la maggior quantità di accumulo di amiloide nella regione media del lobo frontale. Questa è una zona non particolarmente associata con i ricordi, ma è associata con qualcos'altro: il sonno. Nello specifico, il lobo frontale medio è in gran parte responsabile della produzione di sonno lento e non-REM.


Questo significa che il MA è meno malattia della memoria e più malattia del sonno? Analizziamo la domanda più in dettaglio.

 

Il legame tra sonno e memoria

A qualunque età il sonno ha un ruolo fondamentale per trattare e conservare i ricordi. Quando siamo svegli, il nostro cervello mette i ricordi appena formati nella memoria a breve termine. Quando ci addormentiamo, il cervello riesamina questa massa di dati. Ogni ricordo ritenuto importante è trasferito alla memoria a lungo termine. Quelli ritenuti poco importanti vengono eliminati.


Questo processo di archiviazione e memorizzazione è complicato. Può essere facilmente contaminato se stanno fluendo ancora nuovi ricordi. Quindi il nostro cervello intelligente aspetta fino a quando siamo addormentati per svolgere questo delicato lavoro.


Poiché il nostro cervello consolida la memoria quando siamo addormentati, questo significa che quando apprendiamo nuove informazioni e poi ci viene data la possibilità di 'dormirci sopra', il nostro richiamo è migliore. Per esempio, uno studio ha chiesto a un gruppo di anziani di memorizzare una serie di coppie di parole come 'albero-sedia' o 'cane-matita'. Poi è stato loro permesso di dormire una notte intera e al risveglio è stato testato il loro ricordo di queste coppie di parole.


I risultati hanno indicato che c'era un chiaro legame tra la qualità del sonno di questi anziani (in particolare del sonno non-REM) e le loro prestazioni della memoria. Coloro che hanno avuto meno sonno non-REM durante la notte, avevano i più grandi deficit di memoria il giorno seguente. Così, sembra che il sonno non-REM abbia un ruolo fondamentale nel trasferire le informazioni dalla memoria a breve, a quella a lungo termine.


Quando abbiamo un sonno di buona qualità, il nostro cervello si comporta come una trappola d'acciaio per i nostri ricordi. Ma quando siamo privati ​​del sonno, il nostro cervello diventa un setaccio. Le informazioni e i ricordi importanti non arrivano ad essere conservati a lungo termine. Scivolano attraverso le fessure e si perdono per sempre. Questo vale per le persone di ogni età, ma in particolare per gli anziani.


Di conseguenza, ciò che in superficie sembra demenza legata all'età, può in effetti essere demenza da privazione ​​del sonno. Considera questo statistica impressionante: l'80% degli anziani che soffrono di apnea del sonno hanno avuto inizialmente la diagnosi errata di demenza. Ed eccone un'altra: il 60% dei malati di MA soffre di almeno un disturbo grave del sonno, come l'insonnia o l'apnea del sonno.

 

Il legame tra sonno scadente e MA

I ricercatori della University of California di Berkeley hanno voluto esaminare il legame tra sonno e MA in modo più diretto, per cui hanno condotto lo stesso studio di coppie di parole descritto sopra, ma hanno incluso solo pazienti con diagnosi di MA. Poi, attraverso l'uso di scansioni PET, hanno osservato l'accumulo di amiloide di ogni paziente per vedere come si correlava con la qualità del sonno e le prestazioni della memoria.


I loro risultati hanno mostrato che i pazienti di MA con la peggiore prestazione della memoria erano anche quelli con il maggiore accumulo di placche amiloidi nel lobo frontale mediale e il più grande calo di sonno non-REM. Questa scoperta è importante perché suggerisce che la scarsa qualità del sonno può essere l'anello mancante che collega l'accumulo di amiloide alla perdita di memoria nei malati di MA.


L'accumulo di placca nel lobo frontale medio provoca un calo del sonno non-REM, e meno ore di sonno non-REM provocano un deficit di memoria. Ciò significa che, contrariamente all'opinione popolare, il MA non può avere un impatto diretto sulla memoria. Al contrario, il MA può avere un impatto indiretto sulla memoria tramite il sonno.


Questa scoperta ha enormi implicazioni per il trattamento del MA. Se la carenza di sonno ha un ruolo causale nello sviluppo del MA, allora trattare il sonno scadente può essere un nuovo modo per curare o addirittura prevenire la malattia. Certamente è necessaria più ricerca su questo argomento per trarre conclusioni chiare, ma alcuni nuovi studi hanno già dato risultati promettenti.


Per esempio, uno studio ha trovato che il declino cognitivo tra i pazienti di MA era notevolmente ridotto se i pazienti venivano trattati per l'apnea del sonno. Un altro studio ha trovato che i malati di MA hanno mostrato un'inversione del declino cognitivo quando hanno preso la melatonina, un integratore usato per migliorare il sonno.


Inoltre, questa scoperta potrebbe anche permettere la diagnosi precoce della malattia. Nel momento in cui appaiono i disturbi della memoria, il MA è già a un punto di danno significativo. Ma i disturbi del sonno appaiono diversi anni prima della comparsa del MA. Questo suggerisce che i problemi del sonno potrebbero servire come rivelatore precoce della malattia.

 

Suggerimenti per correggere il sonno scadente negli anziani (o a qualsiasi età)

Se il sonno scadente è una causa di fondo della demenza negli anziani, la sua correzione può essere semplice come prendere un sonnifero? Sfortunatamente no.


I sonniferi hanno dimostrato di essere una soluzione inefficace a lungo termine per i problemi del sonno. I sonniferi possono metterti al tappeto, ma non inducono il tipo di sonno naturale e ristoratore che è essenziale per la salute fisica e mentale.


In sostanza, i sonniferi ti sedano, ma in realtà non ti fanno dormire. Quindi, anche se ti rendono non cosciente dopo averli presi, comunque perdi tutti i benefici necessari del sonno di buona qualità.


Quindi, quali altre opzioni ci sono? Ecco alcuni consigli confermati della scienza che migliorano il sonno, a qualunque età.

 

1. Fai il test per l'apnea del sonno

Si stima che il 20% degli anziani soffrano di apnea del sonno, ma quasi l'80% di queste persone non hanno la diagnosi o hanno quella errata di demenza. Se tu o qualcuno che ami soffre di insonnia, stanchezza diurna, demenza, depressione o ansia, è una buona idea fare un test medico per l'apnea del sonno, prima di cercare altri trattamenti. Nella maggior parte dei casi, il medico provvederà a far studiare il sonno nel comfort della tua casa.

 

2. Pratica l'igiene del buon sonno

Quando eri piccolo, probabilmente avevi una routine di coricarti che prevedeva di mettere il pigiama, lavarsi i denti e farti leggere una storia dai tuoi genitori. Ma le routine per andare a dormire non valgono solo per i bambini, anche gli adulti ne hanno bisogno. Se al momento non hai una routine di andare a dormire, è il momento di iniziare. Una routine abituale segnala al cervello che è il momento di andare a letto. Qui ci sono alcuni fattori da includere nella routine:

  • vai a letto allo stesso tempo ogni notte, anche nei fine settimana;
  • tieni la camera da letto buia, fresca (da 15 a 19 °C), silenziosa e priva di apparecchi;
  • fai qualcosa di rilassante ogni sera prima di dormire; un bagno caldo, ascolta musica rilassante, leggi un libro (solo carta, non elettronico), o medita;
  • usa la camera da letto solo per il sonno e il sesso;
  • usa apparecchi o cuffie che riducono i rumori o il russare del tuo partner;
  • evita pasti piccanti o pesanti e alcol tre ore prima di coricarti;
  • evita la caffeina dopo l'ora di pranzo;
  • limita l'assunzione di liquidi due ore prima di coricarti per ridurre i viaggi notturni in bagno.

 

3. Prova l'integratore di melatonina

La melatonina ha un picco al crepuscolo ed è un messaggero chimico che dice al cervello che è buio ed è tempo per dormire. La melatonina in realtà non ti assopisce, ma è un indizio per il tuo cervello che è il momento di rilassarsi.

Le persone con problemi di sonno spesso prendono integratori di melatonina per migliorare il sonno. Ci sono poche prove scientifiche a sostegno del beneficio della melatonina negli adolescenti o in mezza età. Ma una serie di studi supportano i suoi benefici negli anziani.

Uno studio ha verificato che le persone tra 55 e 80 anni, che avevano preso melatonina, hanno richiesto meno tempo per addormentarsi, hanno riferito una migliore qualità del sonno, e si sentivano più vigili il ​​giorno successivo. E un altro studio ha trovato che la melatonina può prevenire o rallentare la progressione del MA, rallentando l'accumulo di placca amiloide.

Per aumentare la tua melatonina, prova a prendere da 1 a 2 milligrammi di un integratore di melatonina di alta qualità, ogni sera prima di dormire. Se preferisci un approccio più naturale, bevi succo di ciliegia prima di dormire, che ha dimostrato di potenziare naturalmente i livelli di melatonina.

 

4. Usa la luce per manipolare il tuo ritmo circadiano

Ognuno ha un orologio nella sua testa che gli dice quando dormire e quando svegliarsi. Questo ciclo giornaliero, chiamato ritmo circadiano, decide quando senti sonnolenza e quando ti senti vigile ed è influenzato fortemente da una serie di fattori, tra cui l'ascesa e il tramonto del sole. Tuttavia, quando invecchiamo, il nostro ritmo circadiano cambia.

Mentre gli adolescenti tendono a restare svegli fino a notte profonda e a dormire fino a tardi la mattina, gli anziani fanno il contrario. Per gli anziani la melatonina ha un picco prima, il che significa che vanno a letto e si svegliano prima rispetto ai giovani. Questo cambiamento sembra innocuo ma in realtà porta a un sonno più breve e più frammentato.

La soluzione sembra semplice: cambiare i ritmi circadiani degli anziani in modo che comincino più tardi la sera. Ma, purtroppo, i nostri ritmi sono molto testardi al cambiamento. Tuttavia, uno strumento utile è la luce. L'esposizione alla luce della sera sopprime la melatonina e induce le persone a rimanere su fino a tardi. Questo fa male agli adolescenti che dovrebbero andare a letto prima, ma fa bene agli anziani che stanno cercando di rimanere alzati di più.

Per cambiare il tuo ritmo circadiano, dovresti cercare di ottenere una buona dose di esposizione alla luce solare nel tardo pomeriggio / prime ore della sera. Questo ti impedirà di avere sonno troppo presto. Inoltre, dovresti cercare di evitare un eccesso di esposizione alla luce solare al mattino perché ti incoraggia a essere mattiniero. Usa tende oscuranti in camera da letto (se non hai gli scuri) e indossa occhiali da sole se vai a passeggiare al mattino.

 

 

 


Fonte: Melissa Burkley PhD (psicologa) in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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