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Esami del sangue per Alzheimer: perché i nuovi studi sono incoraggianti

Molte persone che hanno problemi di memoria, soprattutto se sono anziane, temono di avere il morbo di Alzheimer (MA), che affligge almeno 35 milioni di persone nel mondo e porta anche enormi oneri alle famiglie. Questa preoccupazione è fondamentale tra coloro che hanno visto un familiare, un amico o un collega sviluppare questa insidiosa malattia progressiva.


Ora, esiste una reale possibilità che esami del sangue possano aiutare a consolidare una diagnosi clinica del MA e che ulteriori esami del sangue possano aiutare a determinare come progredirà la malattia. Gli studi presentati alla conferenza internazionale dell'Alzheimer's Association a Los Angeles a luglio hanno dimostrato l'utilità di vari esami del sangue per il MA.


Anche gli studi hanno suggerito che questi test potrebbero identificare gli individui con la patologia MA sottostante anni prima che i pazienti mostrino i sintomi. Ciò potrebbe consentire alle persone che hanno test positivi di iscriversi a 'esperimenti di prevenzione' che potrebbero ritardare o addirittura prevenire la malattia.


Noi autori dell'articolo siamo entrambi medici-scienziati che studiano il MA e altre neurodegenerazioni da molti decenni. Il campo ha acquisito molte conoscenze sul MA, ma è difficile sviluppare nuove terapie. Rimaniamo cautamente ottimisti sul fatto che, con un aumento dei finanziamenti federali (USA) e con gli sforzi concertati di migliaia di medici, scienziati, pazienti e attivisti, è più probabile che mai che ci siano progressi nel trattamento. Anche se non sono terapie, riteniamo che questi esami del sangue possano aiutare a rendere più potenti i test di nuove terapie.

 

 

Una malattia dura anche da diagnosticare

Non è mai stato facile sapere se una persona ha il MA. Solo 30 anni fa, anche i migliori neurologi avrebbero sbagliato circa una diagnosi su 4. La diagnosi era ancora più difficile nelle persone sopra gli 80 anni dove, con l'invecchiamento, i cambiamenti nel pensiero e nella memoria non erano sempre facili da separare dai sintomi di MA.


Fino a questo secolo, l'unica diagnosi definitiva di MA si poteva fare dopo la morte, con un'autopsia cerebrale. I medici potevano dire con certezza che una persona aveva il MA se trovavano determinati livelli di due lesioni, o aree di tessuto anormale, all'autopsia. Queste due lesioni sono le placche di amiloide-beta e i grovigli neurofibrillari. Ma non esistevano esami del sangue o di altri fluidi corporei o scansioni eseguibili su una persona vivente per dimostrare che aveva il MA.


E non era insolito scoprire all'autopsia che qualcuno a cui era stato diagnosticato clinicamente il MA aveva un altro tipo di malattia neurodegenerativa, o una malattia correlata ai vasi sanguigni nel cervello, o una combinazione di questi. Negli ultimi due decenni, tuttavia, il campo medico ha fatto progressi nel rilevare la malattia identificando biomarcatori diagnostici o segni biologici di malattia.


Le scansioni MRI hanno aiutato mostrando il restringimento delle aree del cervello che sono alla base della memoria. Ma non sono specifici per il MA. Uno dei biomarcatori chiave è la proteina amiloide, che si trova nelle placche, l'altra è la proteina tau, che si trova nei grovigli. Una volta identificati questi biomarcatori, i medici potevano testare i pazienti per vedere se uno o entrambi erano elevati nei pazienti nei quali si sospettava il MA. Ma il test non è né facile, né economico.


Un metodo era un prelievo spinale, in base al quale i medici potevano ottenere liquido cerebrospinale, il fluido presente nel cervello e nella colonna vertebrale, e misurare i livelli di tau e amiloide, che cambiano se è presente la malattia. Mentre i medici considerano questa procedura sicura e di routine, non è una delle preferite tra i pazienti.


Un altro metodo prevede la scansione del cervello con la tomografia ad emissione di positroni (PET) dopo la somministrazione di composti ('traccianti' amiloidi o tau) che legano una delle proteine ​​che si accumula nel cervello malato di MA. Le scansioni dell'amiloide  sono arrivate per prime, circa 15 anni fa, e hanno rivoluzionato la ricerca nel MA; le scansioni tau si stanno ancora sviluppando, ma rivelano i grovigli neurofibrillari.

 

 

Scansioni, prelievi e limitazioni

Anche se i prelievi spinali e le scansioni PET sono utili, entrambi hanno dei limiti. Le persone non vedono esattamente l'ora di subire un prelievo spinale. Gli studi di scansione PET comportano la somministrazione di un composto con una leggere radioattività, non significativa. Tuttavia, sebbene estremamente sicure, le scansioni PET individuali sono costose, in genere da $ 3.000 in su, e Medicare [assicurazione sanitaria pubblica USA] non le paga.


I traccianti Tau PET sono in fase iniziale di sviluppo, ma saranno utili per la ricerca e per aumentare le conoscenze acquisite dagli studi clinici che testano nuovi farmaci.


L'impatto di questi progressi è enorme, specialmente nella ricerca o negli studi clinici, in cui è necessaria la massima probabilità della giusta diagnosi. Ma la comunità medica ha ancora bisogno di un modo più conveniente, meno costoso, meno 'invasivo' per diagnosticare il MA. Questo è proprio ... un esame del sangue.


Per anni, gli sforzi per trovare un biomarcatore diagnostico del MA ottenibile facilmente nel sangue non hanno avuto successo. Un certo numero di 'svolte' segnalate hanno gridato alla scoperta di un nuovo test diagnostico, ma nessuna si è mai realizzata.

 

 

Emergono possibili esami del sangue

Ora, diverse pubblicazioni e numerose presentazioni alla recente conferenza hanno mostrato notizie promettenti. Gli esami del sangue per misurare le proteine ​​amiloidi, e possibilmente le proteine ​​tau, stanno diventando molto più sensibili e abbastanza affidabili da diventare ausili di routine per aiutare a diagnosticare il MA.


Questi test sono in vaie fasi di convalida, per assicurarsi che siano accurati in diverse popolazioni. E, per ogni proteina, esistono diversi metodi per effettuare le misurazioni del sangue. Quindi c'è ancora del lavoro da fare prima che uno qualsiasi di questi test venga ampiamente usato nella pratica medica. Le previsioni sono difficili, ma senza ulteriori difficoltà, speriamo che possano essere applicate tra pochi anni.


Per essere utili, questi test devono essere predittori quasi perfetti. Non lo sono ancora; finora, sembrano essere corretti circa l'85-90+% delle volte. Questa precisione sarà ancora più importante se devono essere utilizzati per identificare le persone per nuove terapie. È ancora troppo presto per dire se un esame del sangue di MA si dimostrerà migliore degli altri. Tuttavia, data la lunga strada verso questo punto, la comunità di ricerca è entusiasta delle possibilità.


I test di misurazione dell'amiloide misurano effettivamente il rapporto tra due diverse dimensioni del peptide amiloide, in modo simile all'uso del rapporto tra colesterolo HDL e LDL nel sangue per valutare i lipidi. Se il rapporto dell'amiloide nel sangue diminuisce, si sta accumulando nel cervello, anche prima che emergano i sintomi di MA. Il loro primo utilizzo, tuttavia, sarà nella diagnosi delle persone con sintomi.


Cosa ci dice il sangue per la proteina tau, il componente principale dei grovigli nel cervello, è un po' meno certo. La maggior parte del settore crede, tuttavia, che possa fornire informazioni sullo stadio o sulla progressione della malattia.


Collettivamente, questi test segnano progressi reali. Aiuti diagnostici più certi, precedenti e convenienti aiuteranno tutti noi a raggiungere il nostro obiettivo di trovare nuovi trattamenti in grado di trattare meglio i sintomi clinici di MA e/o a ritardarne lo sviluppo.

 

 

 


Fonte: Todd Golde (direttore dell'Alzheimer's Disease Research Center e professore di neuroscienze alla University of Florida) e Steven DeKosky (vicedirettore del McKnight Brain Institute, professore di ricerca sull'Alzheimer, neurologia e neuroscienze alla Università della Florida)

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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