Esiste spesso il malinteso che le persone affette da demenza o Alzheimer hanno una perdita di memoria e che non sono in grado di creare nuovi ricordi. Ma alla conferenza di Alzheimer's Australia della scorsa settimana, il professor Steven Sabat ha detto al pubblico che "pensare che le persone diagnosticate con demenza abbiano una cosa chiamata 'perdita di memoria' è dannoso per una serie di ragioni".
Le persone con demenza sono in grado di creare nuovi ricordi e questi ricordi sono in grado di influenzare le loro azioni e comportamenti - anche se non possono ricordare perché. Questa si chiama memoria implicita, definita come "un cambiamento del modo in cui una persona si comporta, dovuto ad un'esperienza che la persona non ricorda di avere avuto".
E nella sua carriera, il Prof. Sabat ha incontrato molti esempi di questo nelle persone che vivono con una demenza, dimostrando che la demenza non implica perdita di memoria. Ecco tre esempi.
Mr D e il tosaerba
Mr D era un appassionato giardiniere. Uno dei suoi lavori normali era tagliare il prato. Quando ha avuto la diagnosi di demenza, sua moglie si è preoccupata che, rasando l'erba, si sarebbe potuto fare male.
Così ha deciso di mettere una serratura sul capanno. Ma quando è venuto il momento di tagliare il prato, lui ha preso un mattone, ha rotto il vetro della finestra e ha preso il rasaerba. La signora D, nel tentativo disperato di impedire al marito di rifarlo, ha chiesto al figlio più anziano di tenere il rasaerba a casa sua. Nessuno lo ha detto a Mr D.
Quando è arrivato il momento di tagliare ancora l'erba del prato, egli vede che il suo tosaerba è sparito. E quando lo dice alla signora D, lei spiega con calma che ce l'ha il suo figlio maggiore.
Pochi giorni dopo, c'è una cena di famiglia. Quando arrivano i due figli più giovani, il signor D li saluta con baci e abbracci. Quando arriva il figlio maggiore, il signor D non lo guarda né parla con lui. Quando la signora D chiede "sei arrabbiato con lui?", il signor D risponde "sì". "Perché?" domanda la signora D. "Non lo so", dice il signor D.
Il sig. D è riuscito a ricordare che aveva subito una mancanza di rispetto, era stato privato dei suoi diritti ed escluso da una conversazione in famiglia. Il figlio maggiore, tenendo il suo rasaerba, ne era l'autore e quindi il signor D è molto deluso con lui. Però il signor D, che non riesce a ricordare i dettagli, ricorda che suo figlio era coinvolto in qualcosa che lo aveva fatto arrabbiare.
Donna musulmana in casa di riposo
C'era una donna musulmana in una casa di riposo. Era rimasta vedova 10 anni prima, e durante quei dieci anni ha sviluppato l'Alzheimer e, infine, è stata messa in una casa di cura. Dopo che il marito è deceduto, non ha mai frequentato un altro uomo, nemmeno per un appuntamento. Perché non sentiva la necessità di risposarsi o di trovare un uomo diverso dal suo fu marito. Durante la notte, nella casa di cura, lei si alzava e camminava in giro, fatto che alcune persone potrebbero considerare wandering, 'vagare'.
Un giorno è entrata per errore nella stanza di un altro ospite, che aveva una storia di aggressioni sessuali. E l'ha violentata. Quando è stato informato suo figlio, ha fatto causa alla struttura per negligenza. Gli avvocati della casa di cura dicevano che la causa doveva essere rigettata perché la donna aveva l'Alzheimer, e pertanto non avrebbe ricordato e non avrebbe pertanto subito alcun danno a lungo termine.
Tuttavia, contrariamente a questo, ogni tanto la donna cominciava a piangere, una cosa che non aveva mai fatto prima dello stupro. Anche se non ricordava l'incidente, nel profondo della sua memoria implicita ricordava ancora la violenza e sentiva tristezza.
La signora E e il centro diurno per adulti
La signora E frequentava regolarmente il centro diurno per adulti. Aveva la demenza e di conseguenza non era in grado di completare un compito in tre fasi. Nell'esame mini mental state, il comando a tre fasi è di solito:
- Prendi un pezzo di carta nella mano destra
- Piegalo a metà
- Mettilo sul pavimento
La signora E non riusciva a farlo.
Un giorno a pranzo il Prof. Sabat ha chiesto alla signora E: "Mi faresti un favore?". Lei ha risposto "sicuro", anche se raramente le veniva chiesto di fare qualcosa per qualcun altro. Il professor Sabat le ha detto: "Potresti andare da Frank, prendere il vassoio e vuotarlo nel bidone?", la sua variante personalizzata del comando a tre stadi. E lei l'ha fatto, un comando a tre fasi, in un contesto che per lei aveva un significato.
Due giorni dopo, il professor Sabat è tornato al centro diurno. E quando è arrivata la fine del pranzo, la signora E è andata dal professore e di punto in bianco ha chiesto "hai qualcosa da farmi fare?". "Del tipo?" rispose il prof. Sabat. "Non lo so" rispose la signora E.
Non riusciva a ricordare il dettaglio esplicito, ma lei sapeva che lui lo avrebbe ricordato. Ha formato il ricordo del professor Sabat che le aveva chiesto di fargli un favore.
******
Questi tre casi sono la prova che credere che le persone con demenza abbiano una "perdita di memoria" è dannoso.
Perché se le persone con demenza o Alzheimer hanno una "perdita di memoria", allora non possono produrre nuovi ricordi, e se non possono produrre nuovi ricordi, non possono essere influenzati molto a lungo da quello che succede loro qui e ora.
E se non possono essere influenzati da eventi recenti, allora c'è questa idea che "non importa come li trattiamo", che non è vero.
Fonte: Aged Care Report Card (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.