Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La ricerca dei benefici che l'arte ha sulla demenza

Grazie ad una borsa di studio pre-laurea, una studente della University of South Dakota ha avuto l'opportunità di esaminare i benefici che l'impegno nelle arti può dare alle persone con demenza, una condizione del cervello che causa la perdita della memoria.


Rebecca Froehlich, senior di specializzazione nell'arte, ha condotto una ricerca di 'analisi del contenuto' su un soggetto durante l'estate e l'autunno del 2015, quando ha ricevuto una U Discover, una borsa di studio per finanziare progetti di ricerca universitari e creativi.


La Froehlich ha detto che si era interessata all'impegno nelle arti per diversi anni prima di effettuare la ricerca, lavorando in precedenza al Sanford Arts Vermillion, un programma locale della Special Care Unit del Sanford Health che propone l'impegno nelle arti ai pazienti con demenza o con esigenze particolari.


Il Sanford Arts Vermillion è stato lanciato quattro anni fa nell'ambito di uno sforzo per ridurre l'uso dei farmaci antipsicotici nei pazienti con demenza, usati per controllare i sintomi della demenza, ma che ora sono sotto esame e sono prescritti meno frequentemente ai pazienti con demenza. "I farmaci antipsicotici non sono consigliati dalla FDA per gli anziani, ci sono molti problemi per i pazienti con demenza", ha detto la Froehlich. "Spesso sono sovra-prescritti solo per controllare il comportamento".


Alla ricerca di nuovi modi per migliorare la salute mentale dei pazienti di demenza, l'impegno nelle arti è visto come un modo potenzialmente promettente per dare aiuto. L'impegno nelle arti dà ai pazienti la possibilità di partecipare alla realizzazione di opere d'arte, di solito visive o musicali. Le sessioni possono coinvolgere pittura, disegno, suonare strumenti o cantare in coro.


Secondo la Froehlich però, ci sono poche prove forti sul possibile aiuto delle arti ai pazienti con demenza, perché le registrazioni della salute psicologica dei pazienti di demenza sono di tipo qualitativo, o non numerici e aneddotici in natura. Poiché molta ricerca accademica richiede statistiche quantitative, queste registrazioni devono essere sottoposte all'analisi del contenuto. Tale analisi implica revisione e interpretazione dei materiali di qualità, come ad esempio registrazioni degli stati emotivi dei pazienti, e 'codificare' le informazioni in modo che possano essere interpretate in forma quantitativa, basata sui numeri.


La mancanza di dati quantitativi sul modo in cui le arti possono influire sulla demenza è un problema quando si cerca di determinare il successo dell'impegno nelle arti per i pazienti di demenza. La Froehlich ha detto che quando ha lavorato con pazienti di demenza, ha visto personalmente gli effetti positivi dell'impegno nelle arti, ma nessuno di essi è facile da quantificare.


"Ho visto accadere ogni giorno cose positive", ha detto la Froehlich. "Ma uno dei problemi nel campo delle arti e della salute è che ci sono pochissimi dati quantitativi. Ci sono tutti i tipi di dati qualitativi sulle trasformazioni incredibili che accadono ogni giorno, ma pochi numeri".


Con questo in mente, la Froehlich è entrata nei dati del Sanford sul benessere di 120 pazienti di demenza in quanto legati al coinvolgimento nelle arti, ha codificato i risultati e li ha compilati in un rapporto intitolato «L'impatto dell'impegno nelle Arti sul comportamento e sui sintomi psicologici della demenza». Niente di questa ricerca ha coinvolto l'interazione reale con i pazienti di demenza, anche se la Froehlich l'aveva fatto regolarmente nello stage al Sanford Arts Vermillion. Al contrario questa ricerca è stata semplicemente la compilazione dei dati su come i pazienti hanno reagito al coinvolgimento nelle arti.


È interessante notare che l'impegno nelle arti può dimostrare il modo in cui la demenza impatta diverse parti del cervello a velocità diverse, ha detto. Per esempio, qualcuno potrebbe perdere la capacità di leggere gli spartiti molto tempo prima di dimenticare come suonare uno strumento, e così mantiene la capacità di cantare o suonare una canzone a memoria. "Ho visto molto spesso pazienti che erano considerati non-verbali o non particolarmente socievoli, che, appena hanno sentito una canzone, o cantato una canzone che essi associano a ricordi positivi, si sono completamente illuminati e hanno avuto un grande cambiamento", ha detto la Froehlich.


I pazienti nello studio esibivano anche meno «sintomi comportamentali e psicologici della demenza» (BPSD) negativi, quando hanno partecipato all'impegno nelle arti. "Abbiamo visto una differenza dall'inizio alla fine, le persone esibivano meno BPSD, oltre a mostrare fattori di impegno più positivi", ha detto la Froehlich. "Cose come sorridere e dire che sono orgogliosi di loro stessi".


Oltre ai benefici derivanti dal trascorrere una o due ore occupati e a socializzare, la ricerca ha trovato alcune prove che i pazienti possono andare meglio nella vita, in generale. "Abbiamo visto alcuni esiti statisticamente significativi", ha detto la Froehlich. "Uno di loro, abbastanza notevole, era il miglioramento auto-riferito dell'umore per le persone che hanno partecipato all'impegno nelle arti".

[...]

Uno dei punti salienti dell'impegno nelle arti per i pazienti di demenza, secondo la Froehlich, è che i pazienti trascorrono meno tempo a non fare nulla, peggiorando la malattia. "Una delle cose principali che abbiamo visto, che è positiva, era che l'ozio è diminuito in modo significativo", ha detto Froehlich. "Essere inattivi significa essenzialmente non fare niente, stare seduti in poltrona, senza impegno con un'altra persona, ed fa davvero male, perché la demenza progredisce più velocemente se si è isolati e inattivi".

 

 

 


Fonte: University of South Dakota/The Volante (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.