Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stress cronico e ansia danneggiano il cervello e preparano alla demenza

Una ricerca di revisione scientifica avverte che dobbiamo trovare il modo di ridurre lo stress cronico e l'ansia nella vita altrimenti può aumentare il nostro rischio di sviluppare la depressione e persino la demenza.


La revisione, guidata dal Rotman Research Institute del Baycrest Health Sciences, ha esaminato le aree cerebrali colpite da ansia cronica, paura e stress negli studi animali e umani che sono già stati pubblicati.


Gli autori hanno concluso che c'è "una vasta sovrapposizione" della neurocircuiteria cerebrale in tutte e tre le condizioni, il che può spiegare il legame tra stress cronico e i disturbi neuropsichiatrici, compresa la depressione e l'Alzheimer.


Il documento è pubblicato on-line questo mese sulla rivista Current Opinion in Psychiatry.


Vivere ansia, paura e stress è considerato normale nella vita quando è occasionale e temporaneo, come sentirsi ansiosi e stressati prima di un esame o di un colloquio di lavoro. Tuttavia, quando tali reazioni emotive acute diventano più frequenti o croniche, possono interferire significativamente con le attività della vita quotidiana come il lavoro, la scuola e le relazioni.


Lo stress cronico è uno stato patologico causato dall'attivazione prolungata della normale risposta fisiologica allo stress acuto, che può devastare i sistemi immunitario, metabolico e cardiovascolare, e portare ad atrofia dell'ippocampo del cervello (che è cruciale per la memoria a lungo termine e la navigazione spaziale).


"L'ansia patologica e lo stress cronico sono associati alla degenerazione strutturale e al funzionamento alterato dell'ippocampo e della corteccia prefrontale (PFC), fatto che può spiegare l'aumento del rischio di sviluppare disturbi neuropsichiatrici, compresa la depressione e la demenza", ha detto la dott.ssa Linda Mah, scienziato clinico del Rotman Research Institute al Baycrest e autrice principale della revisione, che ha esaminato le evidenze recenti degli studi sul condizionamento dello stress e della paura in modelli animali, e degli studi di neuroscansione su stress e ansia in individui sani e in popolazioni cliniche.


La Dott.ssa Mah e i colleghi hanno esaminato in particolare le strutture chiave nella neurocircuiteria della paura e dell'ansia (amigdala, corteccia prefrontale mediale, ippocampo), che sono colpite durante l'esposizione allo stress cronico. I ricercatori hanno notato modelli simili di attività cerebrale anomala della paura/ansia e dello stress cronico, in particolare un'amigdala iperattiva (associata a risposte emotive) e una PFC sotto-attiva (aree di pensiero del cervello che aiutano a regolare le risposte emozionali attraverso la valutazione cognitiva). Questa relazione altalenante è stata identificata oltre un decennio fa da uno studio fondamentale della Dott.ssa Helen Mayberg, neurologa e ricercatrice sulla depressione di fama mondiale.


La Dott.ssa Mah, professore assistente di psichiatria al Dipartimento di Geriatria Psichiatrica dell'Università di Toronto, ha concluso la sua revisione con una nota di speranza, suggerendo che il danno indotto dallo stress sull'ippocampo e sulla PFC "non è completamente irreversibile", perchè si è scoperto che un trattamento anti-depressivo e l'attività fisica aumentano la neurogenesi ippocampale. "Guardando al futuro, dobbiamo lavorare di più per stabilire se interventi come l'esercizio fisico, la formazione alla consapevolezza e la terapia cognitivo-comportamentale, possono ridurre non solo lo stress, ma anche il rischio di sviluppare disturbi neuropsichiatrici", ha detto la dott.ssa Mah.


Il documento di revisione scientifica segue un importante studio pubblicato dalla Dott.ssa Mah sull'American Journal of Geriatric Psychiatry (online in ottobre 2014), che ha trovato alcune delle prove più forti che l'ansia potrebbe accelerare la conversione al morbo di Alzheimer nelle persone con diagnosi di decadimento cognitivo lieve (MCI).


La Dott.ssa Alexandra Fiocco, psicologa della Ryerson University, ha contribuito alla revisione pubblicata su Current Opinion in Psychiatry. Il lavoro è stato finanziato in parte dal Ministero della Sanità e dal Long-Term Care AFP Innovation Fund.

 

 

 


Fonte: Baycrest Centre for Geriatric Care (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Linda Mah, Claudia Szabuniewicz, Alexandra J. Fiocco. Can anxiety damage the brain? Current Opinion in Psychiatry, 2016; 29 (1): 56 DOI: 10.1097/YCO.0000000000000223

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.