Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un processo di feedback molecolare appena scoperto potrebbe proteggere il cervello dall'Alzheimer

Un processo di feedback molecolare appena scoperto potrebbe proteggere il cervello dall'AlzheimerAll'interno delle cellule che mostrano le caratteristiche dell'Alzheimer, i ricercatori hanno scoperto alte concentrazioni di WAVE1 e della proteina precursore dell'amiloide-β all'interno del Golgi, un organello in cui le proteine sono impacchettate per essere spedite. Sono visibili nella cellula come ammassi brillanti gialli. (Fonte: Ceglia et al.)E' un segno distintivo dell'Alzheimer: frammenti di proteine tossiche chiamate amiloide-β sono aggregate insieme tra i neuroni nel cervello di una persona.


I neuroni da sé stessi producono amiloide-β e, per ragioni che non abbiamo ancora capito, l'accumulo contribuisce in definitiva alla perdita di memoria, ai cambiamenti di personalità, e ad altri sintomi che spesso manifestano i pazienti con questa malattia degenerativa.


Una nuova ricerca, eseguita da scienziati della Rockefeller University e dai loro colleghi, ha identificato una serie di passi molecolari naturali («percorso») che può smorzare la produzione di amiloide-β. Questi risultati, riportati in Nature Medicine il 17 agosto, suggeriscono una nuova strada nella ricerca di terapie per l'Alzheimer.


"La nostra scoperta è incentrata sulla proteina WAVE1, che abbiamo scoperto essere importante nella produzione di amiloide-β. La riduzione della WAVE1 sembra avere un effetto protettivo contro la malattia", afferma l'autore dello studio Paul Greengard, professore Vincent Astor e direttore del Laboratorio di Neuroscienza Molecolare e Cellulare. "Quando salgono i livelli di amiloide-β, c'è un aumento corrispondente di un'altra molecola (AICD), che riduce l'espressione di WAVE1. Questo ha l'effetto di ridurre la produzione di amiloide-β. Puntando le fasi di questo percorso appena scoperto, potrebbe essere possibile sviluppare farmaci di riduzione dell'amiloide-β, che potenzialmente potrebbero essere usati sia per trattare che per prevenire l'Alzheimer".


Sappiamo che la WAVE1 aiuta a costruire i filamenti della proteina actina che fungono da componenti di base delle strutture cellulari. Nel corso dello studio, il team, che comprende la prima autrice Ilaria Ceglia (che ha condotto questo lavoro mentre era socio di ricerca nel laboratorio), ha esaminato i livelli di WAVE1 in modelli animali e cellulari dell'Alzheimer e ha scoperto che erano insolitamente bassi. La ricerca, fatta da un collaboratore della Columbia University, ha scoperto che questo era vero anche nel cervello dei pazienti umani con la malattia.


Per dare un'occhiata più da vicino al rapporto tra amiloide-β e WAVE1, i ricercatori hanno testato il cervello e le memorie di topi geneticamente modificati per produrre alti livelli di amiloide-β e diversi livelli di WAVE1. Hanno trovato una risposta dipendente dalla dose: il cervello dei topi con bassi livelli di WAVE1 producono meno amiloide-β, e questi animali ottengono risultati migliori nei test di memoria.


Successivamente, i ricercatori hanno voluto sapere come la WAVE1 influenza la produzione di amiloide-β. Il precursore di questa proteina di Alzheimer non è dannoso in sé, e normalmente non produce i prodotti che danneggiano il cervello. Tuttavia, a volte il precursore viene elaborato in modo tale da produrre il promotore della malattia, l'amiloide-β.


La squadra ha trovato alti livelli sia della proteina precursore che della WAVE1 in un vano all'interno della cellula noto come Golgi, che agisce come una sorta di reparto spedizioni. Qui le proteine ​​sono impacchettate prima di essere inviate a varie destinazioni all'interno della cellula. Nel caso della proteina precursore dell'amiloide, la prima destinazione è la membrana esterna della cellula. Da lì, viaggia negli scomparti all'interno della cellula, dove viene elaborata per produrre amiloide-β.


Poiché la formazione di filamenti strutturali è fondamentale per il processo in base al quale le sostanze sono trasportate fuori e lasciano il Golgi, i ricercatori hanno sospettato un ruolo della WAVE1. I loro esperimenti hanno mostrato una interazione tra la WAVE1 e la proteina precursore dell'amiloide, e hanno confermato che la WAVE1 media la formazione di vescicole trasportatrici contenenti proteina precursore.


"Il risultato è un ciclo di reazione negativo", dice l'autore corrispondente Yong Kim, professore assistente di ricerca in laboratorio. "Più amiloide-β significa più AICD. I nostri esperimenti mostrano che l'AICD viaggia nel nucleo dove riduce l'espressione di WAVE1. Meno WAVE1 significa meno proteina precursore nel carico che viaggia alla membrana per la conversione in amiloide-β. Nell'Alzheimer, questo feedback negativo sembra perdere il suo effetto protettivo, e il prossimo passo per noi è capire come".

 

 

 


Fonte: The Rockefeller University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ilaria Ceglia, Christiane Reitz, Jodi Gresack, Jung-Hyuck Ahn, Victor Bustos, Marina Bleck, Xiaozhu Zhang, Grant Martin, Sanford M Simon, Angus C Nairn, Paul Greengard, and Yong Kim. APP intracellular domain–WAVE1 pathway reduces amyloid-β production. Nature Medicine, online August 17, 2015. doi:10.1038/nm.3924

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)