Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il volto mutevole del caregiver

Il volto mutevole del caregiverFino al secolo scorso, quando i nostri anziani avevano bisogno di caregiving, non dovevano cercare molto lontano.


Di solito c'era un famigliare che poteva facilmente assumere quel ruolo.


Ma, nel corso degli ultimi decenni, molto è cambiato quando si tratta di chi svolge il ruolo di caregiver.


E non è più certo che una figlia obbediente assumerà la responsabilità del caregiving per un genitore anziano, un'onda di cambiamento che può essere attribuita ad una combinazione di modifiche demografiche e culturali.


Alcuni di questi cambiamenti, che stanno avendo un profondo impatto sull'esperienza del caregiving, sono:

  • La dimensione media della famiglia si è ristretta. Meno figli significa un gruppo potenziale più piccolo di caregiver da cui attingere. Dal punto di vista del caregiver, ci sono meno familiari con cui condividere le responsabilità o a cui rivolgersi quando è necessario un maggiore intervento.

  • La distanza geografica. Al giorno d'oggi, le persone sono più aperte ad allontanarsi dalla città di origine per studiare, fare carriera e per motivi personali, lasciando spesso alle spalle i genitori e le persone care. Ciò significa che gli anziani non hanno assistenza immediata in loco, e che i loro figli o parenti più giovani potrebbero spesso dover fornire assistenza da remoto.

  • Evoluzione atteggiamenti culturali. Le aspettative tradizionali sul dovere delle generazioni più giovani di prendersi cura dei loro parenti più anziani stanno cambiando. Ad esempio, alcune tradizioni culturali prevedevano che i genitori anziani si trasferissero dai loro figli adulti, ma un cambio di norme potrebbe aver attenuato alcune di queste pressioni culturali.

  • Andamenti dell'occupazione. Storicamente, le figlie con prole cresciuta avrebbero potuto assumere il compito di caregiver, ma visto che sempre più donne lavorano, è diventato più difficile per loro assumere la responsabilità del caregiving.

  • Più famiglie unipersonali. Se un figlio adulto o una persona cara diventa un caregiver, non c'è sempre qualcuno all'interno dello stesso nucleo familiare che può "prendere il testimone" e portare avanti la gestione normale della famiglia e della casa.

  • I genitori hanno i figli più tardi nella vita. Con il crescere della differenza di età tra le generazioni, i caregiver moderni possono avere più responsabilità non-assistenziali di quelle che potrebbero aver avuto storicamente. Essi possono essere in una fase della loro carriera che ha bisogno di una grande attenzione, possono avere figli piccoli anche loro, o magari devono ancora finire gli studi.

  • Speranza di vita allungata. Con i progressi nel campo della medicina, il caregiving non è più l'impegno temporaneo che poteva essere un tempo. Gli anziani possono richiedere più cure e per periodi di tempo più lunghi.


Secondo Joe Coughlin del MIT AgeLab, i dati demografici e culturali suggeriscono che questi cambiamenti non potranno che diventare più marcati nel corso del tempo, il che, a sua volta, servirà solo a rendere il caregiving più complesso. Parlando degli aspetti affascinanti del volto mutevole del caregiver moderno, Coughlin ha fatto notare che in questa nuova era di caregiving, il caregiver può essere chiunque: figlio, figlia, coniuge, amico o fratello.


Detto questo, gli studi hanno dimostrato che la responsabilità di prendersi cura (come è stato storicamente) in genere ricade sulle donne. Queste donne sono di solito la moglie/compagna o la figlia maggiore dell'individuo che ha bisogno di assistenza e hanno da 47 a 57 anni.


Ma a differenza dello stereotipo della caregiver (che non era inserita nell'economia formale o è in pensione), sappiamo anche che le caregiver odierne hanno spesso un lavoro. I dati del Gallup-Healthways Well-Being Index® [indice di benessere] del 2014 ci dicono che il 13,4 per cento delle caregiver sono dipendenti a tempo pieno.


E mentre i caregiver tradizionalmente erano di mezza età, Coughlin riferisce che i caregiver di oggi possono essere in una categoria di età più giovane. Come abbiamo visto in precedenza, visto che i caregivers tendono a essere più giovani, spesso essi lavorano, pure.


In effetti, l'indice di benessere ci dice che quasi un dipendente a tempo pieno under-45 su 10 è caregiver. Di conseguenza, i caregiver di oggi spesso si destreggiano tra la cura degli anziani invecchiati (che per il 25 per cento delle famiglie americane equivale a più di 21 ore alla settimana), la responsabilità sul posto di lavoro e la loro famiglia.


Queste molteplici esigenze di tempo ed energia possono avere un effetto drammatico sul benessere individuale, un argomento che affronteremo in un prossimo articolo.

 

 

 


Fonte: Sophie Leveque in HealthWays (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.