Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Tre segnali precoci che indicano un rischio di Alzheimer

Nonostante enormi sforzi di ricerca, non esiste ancora un test diagnostico per l'Alzheimer. Tuttavia, studi recenti hanno portato alla luce tre sorprendenti primi segnali premonitori della malattia del cervello.

 

N° 1: Stretta di mano debole

Scienziati del Population Health Research Institute di Hamilton in Canada, hanno scoperto che una stretta debole della mano è predittiva della demenza, di problemi cardiaci e ictus.


I ricercatori hanno esaminato 140.000 persone di 17 paesi diversi e hanno trovato un legame chiaro e coerente tra presa debole e morte per una qualsiasi causa, compreso l'Alzheimer. "Questo studio aumenta davvero il valore della forza della presa come marcatore dei problemi di salute", dice Bob McLean, dell'Istituto di Ricerche sull'Invecchiamento della Harvard Medical School.


In effetti, l'American Academy of Neurology riferisce che le persone con stretta di mano ferma hanno il 42 per cento in meno di probabilità di soffrire di demenza o ictus. I ricercatori ipotizzano che la debolezza cardiovascolare provoca debolezza alle estremità, che diventa evidente durante una stretta di mano. Loro credono che la stessa debolezza possa ridurre il funzionamento cognitivo.

 

N° 2: Andatura lenta di cammino

Ricercatori del Boston Medical Center hanno rilevato che le persone di mezza età con una velocità più lenta di cammino avevano una probabilità 1,5 volte più alta di sviluppare una demenza.


Questo perché il ritmo di cammino indica la forma fisica generale, ci ha dichiarato Kevin Campbell MD, uno dei principali cardiologi del Nord Carolina. "L'attività fisica è importante per ridurre il rischio di demenza", osserva. "Chi si impegna sia fisicamente che socialmente, come camminare, riduce il proprio rischio di queste condizioni pericolose".

 

N° 3: Sonno scadente

Il cervello usa il sonno per eliminare le tossine che hanno un ruolo nell'Alzheimer, secondo uno studio della Facoltà di Medicina della Washington University. "Il sonno ci dà il tempo per ricaricare e ripristinare il nostro corpo e ciò comprende, ovviamente, il cervello", dice il Dott Campbell. "Inoltre permette di riparare le connessioni tra le cellule cerebrali, cosa che può contribuire a spiegare il legame tra la mancanza di sonno e l'Alzheimer".

"Il sonno è una funzione molto ordinata. Passa da cicli di sonno leggero a quelli di sonno profondo, dove si ottiene il massimo di riposo e della riparazione del cervello. Se il sonno è interrotto o ci si sveglia spesso, non si raggiungono mai le fasi di sonno più profondo e il cervello ne soffrirà".

 

 

 


Fonte: Lynn Allison in Newsmax.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.