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La dimensione spirituale della demenza

Sto ascoltando il suono meraviglioso della pioggia che cade. Le finestre della mia stanza sono aperte e il rombo soffocato del tuono si propaga dal cielo lontano. Mia figlia Roise di 11 anni canta da sola in salotto.


Sembra che il mio compagno Bob stia suonando 'Petite Etude' alla chitarra sul divano accanto a lei che, a quanto pare, sta facendo una pausa dalla matematica. Maire, l'altra figlia di 15 anni sta leggendo, camminando a piedi nudi sul pavimento nella sua stanza. Sono ancora un po' bagnata, dopo essere uscita dalla chiesa dopo la messa per prendere la macchina e portare in giro le ragazze.


Ho offerto il fastidio della pioggia fredda sulla pelle come preghiera sacrificale per mia madre. Ho riflettuto sulla demenza tutto il giorno. Con questo non voglio dire di aver fatto girare le rotelle della mia mente per una ossessione su di essa, o tentando di pensare cos'altro potrebbe avere la mamma, o se l'avrò anch'io (o se chiunque riuscirà a dirmi se sarà così), o qualcosa di simile ... come era prima.


Mi chiedevo che cosa significa la demenza in termini spirituali. Penso che questo cercare un modo per capire, in parte mi toglie un po' dell'orrore per la demenza di mia madre, o almeno mi dà un modo di pensare che io possa affrontarla.


Ma penso anche che quello che sta accadendo nella mia mente mostra che Dio mi sta dando non solo un po' di serenità, ma forse un assaggio di una parte del mio ruolo, parte del mio particolare cammino con la mamma e con Dio e con la mia famiglia attraverso questo.


Non so se avrà senso per chiunque altro. Ma sta cominciando a darmi un nuovo punto di riferimento del quale penso che avrò bisogno, di cui forse noi tutti avremo bisogno nel tempo che abbiamo davanti con la mamma.


Mi ricordo che, dopo la morte del mio primo marito Blaze in un incidente d'auto nel 1998, avevo molta paura di dimenticare qualcosa su di lui. Mi concentravo ossessivamente sul ricordo delle pieghe delle guance, sul suono della sua risata, continuamente. E' stato molto doloroso aggrapparsi così forte ad ogni ricordo, con tanta paura di perderlo. Poi un giorno ho realizzato che non ho proprio bisogno di preoccuparmi di questo, perché Dio ricorda tutto. Dio ricorda ogni capello della testa di Blaze. Ancora meglio, in Dio non c'è tempo. Passato, presente e futuro di Blaze sono tutti tempo presente per Dio.


Quel pensiero applicato alla mia mamma mi ha dato un'immagine della sua memoria assunta in Dio nella progressione della malattia.


Ho anche pensato al modo in cui la Chiesa crede che, anche se la mamma perde le funzioni cognitive fino al punto di non avere idea di chi è lei, la sua anima sta ancora funzionando. Vado più avanti dicendo che c'è una saggezza che passa tra lei e Dio, un destino che si sta evolvendo e realizzando, qualsiasi cosa vediamo dall'esterno.


Lei è naturalmente più del suo corpo, più della sua intelligenza o personalità o identità sociale. Ha un valore infinito in Cristo e per tutto il tempo che vive Dio ha uno scopo per lei sulla terra. Sappiamo tutti quella verità della nostra fede, ma quanto di questo crediamo veramente? Credo che quelli tra noi che amano la mamma stanno per imparare molto su questo. Forse anche lei.


Mi sono ricordata che ci sono tre modi in cui l'anima può essere spogliata fino al "nulla nulla nulla" di San Giovanni della Croce, fino a quando non rimane nulla se non egli stesso nudo davanti a Dio. La morte è un modo in cui questo accade. La pratica di una spiritualità apofatica, che rilascia tutto ciò che non è Dio per trovarLo in quella "nube della non conoscenza" dove Egli abita, è un altro modo.


Forse la progressione della demenza è un altro modo in cui il processo della negazione santa può accadere. Ho pensato varie volte agli interessi di mia madre per il giardinaggio, la cucina, la letteratura, ecc., lasciati dietro di lei mentre cammina. Immagino queste cose così importanti nella sua vita fino ad ora, fatte cadere e poi lasciate sul percorso della sua vita come equipaggiamento e uniforme che non servono più.


Mi ricordo le cose per la rasatura di Blaze in bagno dopo la sua morte. Non sono riuscita a buttarle via per un po'. Poi un giorno ho pensato a quanto odiasse radersi e che non doveva più farlo. Ho sorriso e le ho buttate via per lui. Per Blaze la perdita degli ornamenti esterni del mondo e dell'anima è stato immediato e brusco. Per il mistico e per la mia mamma è una resa lenta. E' interessante il fatto che Giovanni della Croce dice che la memoria è purificata dalla speranza. Mi chiedo come ciò si applica qui.


Teologia mistica e complessa a parte, se ho appena visto quella frase ("la memoria è purificata dalla speranza") mi viene da pensare a mia madre nella lenta perdita di orientamento, desideri e memoria, e chiedermi dov'è la speranza. La speranza è Gesù.


Forse a differenza di Blaze che fu portato repentinamente alla presenza di Dio, mia madre sta solo andando più piano, svanendo non nell'oblio senza senso, ma nel Cuore di Gesù, nel Regno di Dio a cui appartiene. Penso alla sua reazione comune, quando è irritata da alcune circostanze, che dice: "Beh, forse toglierà tempo al mio purgatorio!" Forse questo è il purgatorio per lei. Forse non dovrà più andare lì adesso. Purgatorio significa "purificazione", non è così?


E se qualcuno fosse passato attraversato questo processo degenerativo della demenza, per quanto ne era capace, con amore? Che dire se questa persona avesse detto "OK, Dio, ecco un'altra parte di me che puoi tenere; io non ce la faccio". Mi chiedo se qualcuno potesse farlo almeno per un po'?


La demenza è una croce così pesante. Qualcuno l'accetta con amore alla fine; con fede, speranza e amore, che sono le uniche cose che rimangono alla fine? Rimangono anche alla fine, in un modo che non capiamo? Queste tre cose non sono concetti intellettuali della mente. Sono così eterne che sono tutto ciò che resta. Per quanto ne so sono le uniche cose che vengono con noi quando lasciamo questo mondo e anche dopo che è finito. Che cosa significa in questa situazione?


Mio fratello, Mark, si preoccupa dell'apparente senso di isolamento di mia madre. Odia il pensiero che sia sola nella sua mente che si sta deteriorando. Ma lei non lo è. Nel vasto silenzio grigio della demenza Dio è ancora lì, forse anche di più. Chi sa meglio di lei chi le sta accanto? Se le connessioni che sto facendo sono vere, allora il mistico conosce la risposta. Ecco dov'è esattamente Dio.


La mamma non conosce la sua diagnosi e non ne avremo una definitiva per un paio di settimane quando ci verrà detta al prossimo appuntamento. Saremo tutti lì con lei. Credo, o cerco di credere, che Dio invierà a ognuno di noi qualunque grazia di cui avremo bisogno quel giorno. Suppongo che ognuno di noi avrà bisogno di un modo di pensare a quello che ha un senso. Forse ho trovato il mio.

 

 

Queste parole sono state scritte mentre la mia famiglia era in attesa della diagnosi definitiva di mia madre. Ho aggiunto un epilogo:

Mia madre ha avuto la diagnosi di demenza fronto-temporale e linfoma nel 2008, all'età di 59 anni, e più tardi pure di broncopneumopatia cronica ostruttiva. Per sua ispirazione, fin dall'inizio ha offerto la sua sofferenza e la sua vita in unione con Cristo, a mio fratello che stava avendo difficoltà molto grandi, e alla nostra famiglia. Ha detto che sentiva che Dio aveva accettato la sua offerta. E' morta nell'ottobre 2012 nella mia cura. Nei mesi prima della morte non era più capace di parlare o di capire molto. Anche le risposte si/no erano difficili da dare. Ma ha cominciato a parlare un paio di settimane prima di morire. Parlava molto di Dio. Pregava spesso a voce alta e sembrava avere conversazioni con il Signore. In una di queste ha detto: "Sì, sono pronta. Sono pronta a diventare un agnello".

 

 

 

 

 


Fonte: Shawn Chapman in Austin Catholic New Media (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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