Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Carenza di sonno: studio suggerisce collegamento con l'Alzheimer decenni dopo

Quanto è importante il sonno sul rischio di Alzheimer?

Il sonno di qualità ha un ruolo vitale nella concentrazione e nell'apprendimento, nonché in generale sulla salute generale e sul benessere per tutta la vita.


Quasi il 60% degli anziani ha qualche disturbo cronico del sonno. Alcuni studi recenti suggeriscono che il sonno scadente contribuisce a livelli anormali di proteine amiloide-beta nel cervello, che a sua volta portano alle placche amiloidi presenti nel morbo di Alzheimer (MA).


Per anni, i ricercatori hanno sondato la complicata relazione tra i cambiamenti cerebrali coinvolti nel sonno scarso e gli individui nelle prime fasi del MA. Secondo il Comprehensive Sleep Care Center di Lansdowne, in Virginia, le persone che dormivano non più di 6 ore a notte tra i 50 e i 70 anni avevano maggiori probabilità di sviluppare la demenza più avanti nella vita, suggerendo che una durata inadeguata di sonno potrebbe aumentare il rischio di demenza.


Tuttavia, è stato difficile determinare se questi cambiamenti del sonno contribuiscono alla malattia o semplicemente riflettono i primi sintomi. Uno studio supportato dal National Institute on Aging e pubblicato in aprile 2021 su Nature Communications, guidato dalla dott.ssa Séverine Sabia dell'Inserm e della University College di Londra, ha esaminato come i modelli di sonno in tarda mezza età possono influenzare l'insorgenza della demenza decenni dopo.


L'analisi dei dati ha mostrato (come accennato in precedenza) che le persone tra i 50 e i 70 anni che hanno non più di 6 ore di sonno avevano un rischio più alto di sviluppare la demenza in seguito. Rispetto a coloro che dormono un numero normale di ore (definito come 7), le persone con meno riposo ogni notte avevano il 30% in più di probabilità di ricevere la diagnosi di demenza.


"Anche se non possiamo confermare che non dormire abbastanza aumenta realmente il rischio di demenza, ci sono molte ragioni per cui una buona notte di sonno potrebbe fare bene alla salute del cervello", afferma Sabia.


Gli esperti raccomandano da 7 a 8 ore di sonno a notte, suggerendo che i benefici includono: mantenere un peso sano, ammalarsi meno spesso, sentirsi più felici e meno stressati ed essere in grado di pensare più chiaramente durante il giorno. La buona igiene del sonno porta a stili di vita più sani:

  • La coerenza ad andare a letto allo stesso momento ogni notte e alzarsi allo stesso tempo ogni mattina porterà il corpo in una routine che aiuta l'individuo a sentirsi assonnato allo stesso tempo ogni sera e a svegliarsi rinfrescato la mattina dopo.
  • Mantenere la camera da letto silenziosa e buia è un altro suggerimento per una buona igiene del sonno, oltre a spegnere i televisori e i dispositivi elettronici.
  • Anche la meditazione, lo yoga e/o lo stretching aiutano prima di coricarsi, per far rallentare l'individuo e prepararlo al sonno.
  • Ed è una buona idea evitare pasti pesanti a tarda notte e limitare la caffeina e l'alcol in quel momento.
  • Inoltre, l'attività fisica durante il giorno aiuta l'individuo ad addormentarsi più facilmente.


Se questi cambiamenti non producono un buon sonno, è utile parlare con un medico; l'individuo può avere un disturbo del sonno che necessita di cure mediche. Anche la melatonina, la terapia della luce e le terapie comportamentali cognitive sono tutti trattamenti per i disturbi del sonno.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.