Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le scorie nelle cellule sono la chiave dell'insorgenza tardiva di Alzheimer

Gli scienziati sanno da tempo che un accumulo di rifiuti prodotti nelle cellule del cervello può portare a malattie neurodegenerative. Ora, alcuni sostengono che un processo simile avviene nell'Alzheimer e che, riparando la capacità delle cellule di disfarsi dei rifiuti, la malattia può essere fermata prima che possa provocare danni.

I rifiuti biologici normalmente sono disaggregati dalla parte della cellula conosciuta come il lisosoma. Se qualcosa va storto nel processo, le tossine, composte in gran parte da varie proteine, iniziano a formarsi e causano deterioramento e morte delle cellule. Quando questo accade nel cervello, l'accumulo di prodotti di scarto cellulare formano la proteina amiloide beta, che è legata all'Alzheimer e altri tipi di demenza.

I ricercatori suggeriscono che i problemi nel lisosoma rappresentano un evento precoce nel processo di demenza che, se trattato o invertito, potrebbe fermare il progresso della malattia.

[Lisosomi]

Ralph A. Nixon, professore di psichiatria e di biologia cellulare presso il Langone Medical Center e il Nathan Kline Institute della New York University, dice che esperimenti con i topi con Alzheimer hanno contribuito a sostenere questa teoria. Il Dr. Nixon dice che lui e i suoi colleghi sono stati in grado di prevenire il declino cognitivo negli animali migliorando il funzionamento degli enzimi nei lisosomi in modo che le proteine dei rifiuti sono stati degradati e trasformati più velocemente. Idealmente, dice il Dott. Nixon, i medicinali dovrebbero riparare il meccanismo difettoso che mira ad eliminare le proteine tossiche prima che il danno sia fatto al cervello.

Lo sviluppo di farmaci tradizionali nell'Alzheimer sta adottando un approccio troppo limitato, concentrandosi intensamente sulla formazione di proteina amiloide beta nel cervello, dice il Dott. Nixon. Questo perché l'amiloide, anche se importante, è solo una delle molte proteine tossiche che gonfiano i neuroni quando il sistema lisosomiale smette di funzionare. "La mole di proteine di scarto che si accumulano all'interno dei neuroni nel cervello della malattia di Alzheimer è enorme", dice il dottor Nixon.

Dozzine di rare malattie genetiche che colpiscono i bambini portano all'accumulo di tossine cellulari, che, senza trattamento, può causare problemi neurologici e talvolta la morte. Tra le più note ci sono la malattia di Tay-Sachs e la malattia di Gaucher. Inoltre, una migliore comprensione di come funziona il lisosoma potrebbe portare a trattamenti per altre malattie, come il morbo di Huntington e la Niemann-Pick di tipo C.

I ricercatori stanno provando diversi approcci il cui obiettivo è il lisosoma come un possibile trattamento per l'Alzheimer e altre malattie. In alcuni casi, stanno cercando di incrementare le attività di alcuni enzimi nel lisosoma che aiutano a degradare i prodotti di scarto. In altri casi, stanno cercando il modo perchè il sistema lisosomiale provveda più velocemente o in modo più efficiente al riciclaggio dei rifiuti prima che abbiano la possibilità di addensarsi e causare problemi nella cella.

[...]

Al Mount Sinai School of Medicine di New York, i ricercatori guidati da Yiannis A. Ioannou hanno studiato la ciclodestrina, un composto che ha allungato la vita dei topi con una malattia da accumulo lisosomiale chiamata Niemann-Pick di tipo C (NPC). Sebbene l'esatto meccanismo di questo effetto non è pienamente compreso, il dottor Ioannou sostiene che la sostanza potrebbe funzionare stimolando i lisosomi nei neuroni dei topi a espellere in una sola volta tutti i rifiuti stoccati. Questo potrebbe essere utile per altre patologie neurodegenerative che coinvolgono il lisosoma, dice.

La ciclodestrina è già in fase di test nei topi con Alzheimer da parte di ricercatori tra cui il dottor Nixon e viene dato, in via sperimentale e su base individuale, a un piccolo numero di bambini negli Stati Uniti e in Brasile che hanno una malattia NPC. Comunque, una ragione per cui i medici non hanno ancora istituito un test clinico in pazienti di NPC è perché non sono sicuri di come lavora il medicinale, dato che la ciclodestrina si crede non sia in grado di attraversare la barriera emato-encefalica che separa il sangue circolante dalle cellule neuronali.

In un articolo pubblicato all'inizio di questo mese su PLoS One, il dottor Ioannou e i suoi colleghi hanno dimostrato che la ciclodestrina forma buchi nelle membrane delle cellule, innescando il lavoro dei lisosomi di svuotarne il contenuto, nel tentativo di riparare il danno. Ora il laboratorio di Ioannou sta studiando se questo segnale può anche essere trasmesso attraverso la barriera emato-encefalica ai lisosomi delle cellule del cervello per dire loro di svuotarsi dei rifiuti accumulati.  Capire come funziona questo può rendere più facile lo sviluppo di farmaci che possono aiutare non solo i pazienti con malattia di NPC, ma un certo numero di altre patologie neurodegenerative, dice il Dott. Ioannou.

Wall Street journal, 28 dicembre 2010

Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.