Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Test cognitivo può distinguere tra Alzheimer e invecchiamento normale

Dei ricercatori hanno sviluppato un nuovo test cognitivo che può determinare meglio se un deterioramento della memoria è dovuto ad un Alzheimer molto lieve o al normale processo di invecchiamento.


Il loro studio appare nella rivista Neuropsychologia.


Il deterioramento della memoria e gli altri sintomi precoci dell'Alzheimer sono spesso difficili da distinguere dagli effetti dell'invecchiamento normale, rendendo difficile per i medici raccomandare il trattamento per le persone colpite fino a quando la malattia non è progredita notevolmente.


Precedenti studi avevano dimostrato che una parte del cervello chiamata ippocampo è importante per la memoria relazionale, la "capacità di legare insieme i vari elementi di un evento", ha dichiarato Jim Monti, associato di ricerca post-dottorato all'Università dell'Illinois che ha guidato il lavoro con il professore di psicologia Neal Cohen, affiliato al Beckman Institute della Illinois.


Essere in grado di collegare il nome di una persona con la sua faccia è un esempio di memoria relazionale. Queste due informazioni sono memorizzate in diverse parti del cervello, ma l'ippocampo le "lega", così che la prossima volta che si vede quella persona, si ricorda il suo nome, ha detto Monti. Precedenti ricerche avevano dimostrato che le persone con Alzheimer hanno spesso alterazioni nella funzione ippocampale. Così il team ha progettato un compito che ha testato le capacità di memoria relazionali dei partecipanti.


I partecipanti hanno visto un cerchio diviso in tre parti, ognuna con un design unico. Come nel processo di associazione nome/faccia, l'ippocampo lavora per legare questi tre pezzi di cerchio insieme. Dopo che i partecipanti hanno studiato un cerchio, dovevano scegliere la sua corrispondenza esatta in una serie di 10 cerchi, presentati uno alla volta.


Le persone con Alzheimer molto lieve sono andati in generale peggio nel compito, rispetto a quelli del gruppo di invecchiamento sano, il quale, a sua volta, ha ottenuto risultati peggiori di un gruppo di giovani adulti. L'attività ha anche rivelato un deterioramento aggiuntivo della memoria specifico di quelli con Alzheimer molto lieve, indicando che i cambiamenti cognitivi che derivano dall'Alzheimer sono qualitativamente diversi rispetto a quelli dell'invecchiamento sano.


Tale deterioramento univoco permette ai ricercatori di differenziare statisticamente con più precisione chi ha e chi non ha l'Alzheimer, rispetto ad alcuni test classici usati per la diagnosi di Alzheimer, ha detto Monti. "Ciò è stato illuminante e servirà ad informare i futuri lavori volti a comprendere e individuare le prime manifestazioni cognitive dell'Alzheimer", ha detto Monti.


Anche se questo nuovo strumento potrebbe eventualmente essere utilizzato nella pratica clinica, devono essere fatti ulteriori studi per perfezionare il test, ha detto. "Ci piacerebbe studiare infine delle popolazioni con meno danni e integrare tecniche di neuroimaging per capire meglio i cambiamenti iniziali nel cervello e nella cognizione che dipendono dall'Alzheimer", ha detto Monti.

 

 

 

 


Fonte: Chelsey B. Coombs in University of Illinois at Urbana-Champaign  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Jim M. Monti, David A. Balota, David E. Warren, Neal J. Cohen. Very mild Alzheimer׳s disease is characterized by increased sensitivity to mnemonic interference. Neuropsychologia, 2014; 59: 47 DOI: 10.1016/j.neuropsychologia.2014.04.007

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.