Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato legame genetico degli eventi molecolari che precedono i sintomi dell'Alzheimer

Mouse hippocampal neuronNeurone ippocampale di topo che esprime una proteina fluorescente verde (GFP, giallo) che crea contatti sinaptici con altri neuroni in colture colorate per la proteina associata ai microtubuli 2B (MAP2B, magenta).

I ricercatori della Tufts University hanno scoperto un meccanismo molecolare che provoca un 'ingorgo' di enzimi che viaggiano su e giù per gli assoni neuronali, provocando l'accumulo di amiloide-beta (Aβ) - una caratteristica fondamentale e causa del morbo di Alzheimer (MA). L'enzima (BACE1) viene integrato, provocando l'intasamento e il rigonfiamento degli assoni a causa dell'aumento della produzione della proteina amiloide tossica.


Lo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, riferisce che una mutazione umana, più frequente nei pazienti afro-americani con MA a insorgenza tardiva, innesca un ingorgo di BACE1 negli assoni. Aver identificato questa mutazione è un passo fondamentale per capire i meccanismi molecolari alla base della malattia e fornire una possibile strategia per la diagnosi precoce e trattamenti mirati.


“Negli individui con MA, la comparsa dei sintomi avviene circa 20 anni dopo l'inizio dei primi cambiamenti nel cervello, rendendo l'intervento terapeutico estremamente difficile”, ha detto Giuseppina Tesco, prof.ssa di neuroscienze della Tufts University e autrice senior dello studio. “Perciò abbiamo voluto identificare i meccanismi che portano al rigonfiamento degli assoni durante la fase pre-sintomatica di MA, che potrebbe a sua volta fornire un modo per rilevare presto la malattia e, forse, trattarla in modo più efficace".


I ricercatori della Tufts in precedenza avevano identificato un gene (Gga3) che aiuta a regolare il traffico lungo l'assone del BACE1 (beta-site APP-cleaving enzime 1). Nel nuovo studio, i ricercatori hanno scoperto che quando il gene Gga3 è mutato o mancante nei topi, il loro cervello presenta lo stesso ingorgo distintivo del BACE1 negli assoni rigonfi che si trovano nel cervello post-mortem di pazienti nelle fasi iniziali del MA.


I ricercatori hanno scoperto che rompendo il gene Gga3, si rallenta o si arresta il traffico del BACE1 e di altre proteine ​​lungo l'assone. Essi hanno inoltre rilevato che un Gga3 mutato o mancante porta ad un grave accumulo di BACE1 nell'assone, che si traduce in gonfiore assonale sia nei neuroni in coltura che in un topo modello del MA, prima della deposizione di amiloide.


In diversi studi clinici, gli inibitori BACE somministrati a pazienti con malattia avanzata, che avevano già un notevole accumulo di Aβ e ​​danno neuronale, non hanno avuto successo. I ricercatori si sono chiesti se l'applicazione degli inibitori nelle primissime fasi della malattia potrebbe essere più efficace.


Essi hanno scoperto che gli inibitori impediscono il rigonfiamento degli assoni nei topi e inoltre migliorano il flusso bidirezionale di BACE1. I loro risultati suggeriscono che l'applicazione più precoce degli inibitori BACE1 potrebbe essere più efficace nel rallentare l'accumulo di proteina Aβ.


Utilizzando i dati del National Institute of Mental Health e dell'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative, i ricercatori hanno scoperto che le mutazioni in Gga3 erano più comuni tra gli afro-americani con diagnosi di MA, rispetto ad altre popolazioni. Anche se la dimensione del campione era piccolo, i ricercatori ritengono che questa scoperta potrebbe aiutare a individuare gli interventi e i trattamenti per la fase iniziale, per questo gruppo di pazienti.


“Il nostro studio fornisce una possibile spiegazione molecolare della prevalenza di assonopatia durante le prime fasi del MA, prima della formazione delle placche amiloidi”, ha detto la Tesco. “La mutazione ha permesso di determinare che le alterazioni assonali possono essere causate dall'accumulo di BACE1. Ora, una zona su cui concentrarsi potrebbe essere l'inibizione del BACE1 per evitare danni assonali precoci e forse questo potrebbe anche rallentare lo sviluppo delle placche amiloidi che portano alla malattia“.


I ricercatori notano che la presenza di 'neurofilamento a catena leggera' (NFL) nel plasma sanguigno è un marcatore del danno assonale, e può essere usato per identificare il momento migliore per usare gli inibitori BACE per prevenire o rallentare la progressione del MA nelle prime fasi pre-sintomatiche.

 

 

 


Fonte: Tufts University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Selene Lomoio, Rachel Willen, WonHee Kim, Kevin Ho, Edward Robinson, Dmitry Prokopenko, Matthew Kennedy, Rudolph Tanzi, Giuseppina Tesco. Gga3 deletion and a GGA3 rare variant associated with late onset Alzheimer’s disease trigger BACE1 accumulation in axonal swellings. Science Translational Medicine, 18 Nov 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 bac

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.