Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Resa pubblica la mappa più completa mai fatta del cervello di Alzheimer

biggest ever map of alzheimer 

Uno studio delle differenze tra cervello sano e quello con morbo di Alzheimer (MA) ha prodotto il più grande insieme di dati del suo genere, che il team di ricercatori guidati dal dott. Richard Unwin all'Università di Manchester, ha reso ora disponibile gratuitamente online per qualsiasi scienziato.


Lo sviluppo, frutto di un team comprendente ricercatori delle università di Manchester, di Bristol, di Liverpool e di Auckland, è un progresso importante per gli scienziati che fanno ricerca sul MA.


Il team ha anche dimostrato che una regione del cervello precedentemente ritenuta non colpita dalla malattia, il cervelletto, mostra una serie di cambiamenti che si ritiene possa proteggerlo dai danni causati dal MA.


Lo studio, finanziato da Alzheimer's Research UK, e pubblicato da ieri sulla rivista Communications Biology, ha mappato i livelli relativi di oltre 5.825 proteine ​​distinte in sei regioni del cervello, generando una mole massiccia di dati, formata da 24.024 punti.


Le regioni cerebrali coinvolte nello studio includevano quelle colpite di più come l'ippocampo, la corteccia entorinale e il giro cingolato, e quelle meno interessate come la corteccia motoria, quella  sensoriale e il cervelletto.


I campioni donati per la ricerca provenivano da pazienti della Brain Bank di Auckland in Nuova Zelanda. Il dott. Unwin ha dichiarato:

"Questo database offre l'enorme opportunità ai ricercatori di demenza di tutto il mondo per progredire e seguire nuove aree della biologia e sviluppare nuovi trattamenti. Potrebbe anche aiutare a convalidare le osservazioni osservate nei modelli di malattia animale o cellulare nell'uomo.

"È molto eccitante poter rendere pubblici questi dati in modo che gli scienziati possano accedere e utilizzare queste informazioni vitali".


Il MA parte dall'ippocampo e si diffonde attraverso vari percorsi del cervello. Ma guardando le diverse parti di quel percorso, il team è stato in grado di osservare, per la prima volta, i dettagli con cui progredisce il MA.


"Riteniamo che i cambiamenti che vediamo nelle regioni colpite in seguito rappresentino i cambiamenti precoci della malattia, presenti prima che muoiano le cellule", ha affermato. "Questi rappresentano nuovi buoni obiettivi per gli sviluppatori di farmaci, poiché sappiamo che è importante cercare di intervenire prima".


Nel corso dello studio, il team è incappato in nuove molecole non associate in precedenza alla malattia, che rappresentano altri bersagli per sviluppare nuovi farmaci. Questi dati confermano inoltre che i ricercatori che esaminano una serie di percorsi - come infiammazione, segnalazione Wnt e cambiamenti metabolici nel tessuto umano - sono sulla strada giusta.


Il team ha identificato 129 cambiamenti proteici che erano presenti in tutte le aree del cervello studiate, di cui almeno 44 non precedentemente associati alla malattia. Ma ce ne sono altre centinaia che cambiano solo nelle regioni colpite in seguito.


Il dott. Unwin ha aggiunto:

"Questi nuovi cambiamenti proteici rappresentano ulteriori obiettivi per gli scienziati che sviluppano nuovi farmaci. Il cervelletto, finora ritenuto intoccato, mostra una risposta significativa a livello molecolare.

"Molti dei cambiamenti qui non si vedono in altre regioni e questo potrebbe implicare che questa regione si difende attivamente dalle malattie. Non lo sapremo per certo fino a quando non porteremo avanti ulteriori ricerche".

 

 

 


Fonte: The University of Manchester (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jingshu Xu, Stefano Patassini, Nitin Rustogi, Isabel Riba-Garcia, Benjamin D. Hale, Alexander M Phillips, Henry Waldvogel, Robert Haines, Phil Bradbury, Adam Stevens, Richard L.M. Faull, Andrew W. Dowsey, Garth J.S. Cooper & Richard D. Unwin. Regional protein expression in human Alzheimer's brain correlates with disease severity. Communications Biology, 2019, DOI: 10.1038/s42003-018-0254-9

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.