Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Negli occhi si potrebbe identificare l'Alzheimer preclinico

Negli occhi si potrebbe identificare l'Alzheimer preclinico

Il morbo di Alzheimer (MA) preclinico può essere identificabile attraverso la «tomografia a coerenza ottica» (OCT) e l'angiografia OCT, secondo quanto è stato preliminarmente scoperto dai ricercatori della Washington University di St. Louis.


"Nel MA ci sono prove di cambiamenti nella retina", ha detto l'investigatore capo Gregory Van Stavern MD, alla riunione annuale dell'American Academy of Neurology. "Esiste un corpo di letteratura che esamina le metriche dell'OCT in pazienti con MA e disfunzione cognitiva consolidata, che mostrano alcune evidenze di disfunzione vascolare e microvascolare nella retina". Non è noto se simili cambiamenti retinici avvengano nei pazienti con MA preclinico.


Per scoprirlo, i ricercatori hanno reclutato al Centro di Ricerca Alzheimer dell'Università di Washington persone che erano cognitivamente normali e che avevano avuto nell'ultimo anno scansioni con tomografia ad emissione di positroni (PET) o prelievo del liquido cerebrospinale (CSF) per valutare il MA.


Hanno escluso le persone con traumi, malattia oftalmica sottostante, pressione intraoculare elevata, alto errore refrattivo, diabete e ipertensione. Ogni partecipante ha subito un esame neuro-oftalmico completo e un'angiografia OCT, una tecnica di scansione non invasiva che consente di analizzare l'anatomia retinica e microvascolare.


Attraverso l'angiografia OCT, i ricercatori hanno valutato lo spessore dello strato di fibre nervose retiniche, lo spessore dello strato cellulare del ganglio, lo spessore della fovea, la densità vascolare, il volume maculare e i dati sulla zona avascolare foveale di ciascun partecipante.


Dei 30 pazienti nello studio, 16 erano biomarcatore-negativi per il MA, con età media di circa 74 anni, il 63% di sesso femminile e il 100% di ceppo caucasico; 14 erano biomarcatore-positivi e sono stati classificati come aventi il MA preclinico, con età media di circa 75 anni, il 42% di sesso femminile e il 92% caucasico. La pressione intraoculare era di circa 14 in ciascun gruppo.


I ricercatori hanno scoperto che le persone che erano biomarcatore-positive avevano un assottigliamento interno della fovea (75,4 contro 66 μm), "che è congruente con il corpo della letteratura che h esaminato l'OCT nel MA", secondo Van Stavern.


Hanno anche trovato che gli individui biomarcatore-positivi avevano una zona avascolare foveale allargata (0,30 mm2 contro 0,40 mm2). "Il meccanismo di questo dato - supponendo che sia valido - non è ancora del tutto chiaro", ha osservato Van Stavern, ma potrebbe essere dovuto alla deposizione capillare di collagene e amiloide, con conseguente apoptosi cellulare e perdite dei vasi sanguigni.


"Questo significa - ancora una volta, supponendo di poter replicare il risultato e dimostrare che è valido - che è possibile identificare il MA in fase preclinica, usando biomarcatori meno invasivi e meno ingombranti di PET e CSF", ha aggiunto. "Questo è davvero il punto a cui vuole arrivare il settore: identificare i pazienti nella fase preclinica prima che ci sia troppa perdita neuronale e poter potenzialmente intervenire. Esistono già studi clinici in corso per il MA preclinico".


La ricerca è limitata dalla sua piccola dimensione del campione e dal fatto che è stata condotta in un singolo centro studi con un numero limitato di partecipanti delle minoranze. Per alcune persone nel gruppo di studio era disponibile un solo biomarcatore di MA.


I ricercatori continuano a reclutare partecipanti e comprenderanno persone con MA in studi futuri. Lo studio è stato supportato dalla Optovue Inc., sviluppatore dell'angiografia OCT. I ricercatori non hanno segnalato conflitti di interesse.

 

 

 


Fonte: MedPage Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Van Stavern G, et al. Optical coherence tomography angiography in pre-clinical Alzheimer's disease. AAN 2018.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)