La strategia attuata nell'Ontario per prevenire l'ictus sembra avere un effetto collaterale inaspettato e benefico: una riduzione anche dell'incidenza della demenza per gli anziani.
Un nuovo studio eseguito da ricercatori della Westren University, del Lawson Health Research Institute e dell'Institute for Clinical Evaluative Sciences (ICES), dimostra che su dieci anni c'è stata una diminuzione di nuove diagnosi sia di ictus che di demenza nel gruppo più a rischio degli over-80.
"Alcuni hanno detto che siamo al culmine dell'epidemia di demenza con l'invecchiamento della popolazione", ha detto l'autore dello studio Joshua Cerasuolo, dottorando in epidemiologia e biostatistica della Western. "Quello che suggeriscono questi dati è che, combattendo con successo i rischi di ictus (con una dieta sana, esercizio fisico, vita senza tabacco e farmaci per la pressione alta ove necessario), possiamo ridurre anche l'incidenza di alcune demenze. Il messaggio di cui prendere nota è che possiamo impedire alcune demenze impedendo l'ictus".
Pubblicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia, questo è il primo studio che ha esaminato la demografia sia dell'ictus che della demenza in Ontario, dal momento che la provincia è stata la prima nel Canada ad applicare la strategia di prevenzione dell'ictus nel 2000. Tale strategia include la presenza di più centri sanitari in grado di gestire l'ictus, più sostegno comunitario e medico, migliore uso della mediazione ipertensiva e cambiamenti di stile di vita ben promossi per ridurre i rischi.
"Con cambiamenti nello stile di vita possiamo ridurre il rischio sia di ictus che di alcune demenze. E' un uno-due piuttosto potente", ha dichiarato il dottor Vladimir Hachinski, neuroscienziato clinico della Western, scienziato e neurologo del London Health Sciences Center, pioniere mondiale nella ricerca sull'ictus e coautore senior della ricerca qui descritta.
Hachinski ha detto che occorrono ulteriori ricerche per comprendere le relazioni specifiche tra ictus e demenza, ma questo lavoro suggerisce che ci sono implicazioni politiche in cui ictus e demenza possono intersecarsi. "Abbiamo i sistemi per prevenire l'ictus e la nostra ipotesi è che qualsiasi studio che esamini la prevenzione dell'ictus dovrebbe anche indagare sulla prevenzione della demenza", ha detto Hachinski. "È una buona notizia per l'Ontario e potrebbe esserlo anche altrove".
La maggior parte degli ictus sono causati dalla restrizione o dalla costrizione del flusso sanguigno al cervello. Anche la demenza vascolare si sviluppa quando l'alimentazione del sangue al cervello è ridotta. Hachinski ha detto che chi ha avuto un ictus ha una probabilità doppia di sviluppare la demenza.
Chi ha avuto una diagnosi di ictus ha avuto probabilmente anche parecchi ictus 'silenziosi' in precedenza, che potrebbero avere influenzato le sue abilità cognitive.
I dati, tratti da informazioni dell'ICES di Toronto, dimostrano in particolare che l'incidenza della nuova diagnosi di ictus nel gruppo a rischio più alto degli over-80 è scesa del 37,9 per cento in un periodo di poco più di un decennio. Nello stesso periodo di tempo, l'incidenza delle diagnosi di demenza in tale gruppo di età è diminuita del 15,4 per cento.
"Come medici e ricercatori, stiamo ancora cercando il modo di ridurre le possibilità di demenza di una persona alla fine della vita. Alcune non le possiamo influenzare, ancora, ma qui c'è una chiara indicazione che possiamo adottare misure specifiche e definitive per ridurre le nostre possibilità di demenza legate alla malattia vascolare", ha detto Hachinski.
Fonte: University of Western Ontario (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimento: Joshua O. Cerasuolo, Lauren E. Cipriano, Luciano A. Sposato, Moira K. Kapral, Jiming Fang, Sudeep S. Gill, Daniel G. Hackam, Vladimir Hachinski. Population-based stroke and dementia incidence trends: Age and sex variations. Alzheimer's & Dementia, 2017; DOI: 10.1016/j.jalz.2017.02.010
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