Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I fattori di rischio modificabili dell'Alzheimer: strategie preventive

Gli interventi che puntano i fattori di rischio modificabili per l'Alzheimer sono promettenti per ridurre l'incidenza della malattia nella popolazione generale, secondo una meta-analisi pubblicata nel numero di dicembre 2015 del Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry.


"Gli interventi efficaci su dieta, farmaci, esposizioni biochimiche, condizione psicologica, malattia preesistente e stile di vita, possono ridurre i nuovi casi di Alzheimer", ha detto Jin-Tai Yu MD/PhD della University of California di San Francisco, e i suoi colleghi.


Le cause della malattia sono ancora poco chiare, ma si ritiene che i fattori genetici e ambientali abbiano un ruolo. Uno studio del 2011 di Barnes e Yaffe ha indicato che quasi la metà dei casi di Alzheimer in tutto il mondo potrebbe essere associata a 7 fattori di rischio comuni potenzialmente modificabili.


Per valutare l'associazione tra la malattia e i fattori di rischio modificabili, il dottor Yu e i suoi colleghi hanno condotto una meta-analisi sugli studi pubblicati in lingua inglese tra il 1968 e il luglio 2014. Essi hanno identificato 16.906 studi su potenziali fattori di rischio dell'Alzheimer.


Tra tutte queste ricerche, ne hanno trovato 323 che hanno esaminato 93 fattori distinti che hanno dimostrato associazioni con l'Alzheimer e che soddisfacevano i criteri per essere inclusi nella loro meta-analisi. Essi hanno valutato la qualità delle prove per ogni fattore di rischio in base alla eterogeneità delle analisi combinate e se tali analisi combinate includevano più di 5.000 persone.


Dalla ricerca nella letteratura scientifica sono emerse 7 categorie generali di fattori di rischio modificabili, che erano coerenti con quelli individuati negli studi precedenti:

  1. stato preesistente di malattia,
  2. esposizione biochimica,
  3. fattori dietetici,
  4. esposizione medica a farmaci o a terapie,
  5. stile di vita,
  6. condizioni psicologiche e
  7. esposizioni professionali.


Nella prima meta-analisi, il dottor Yu e i colleghi hanno identificato 13 fattori di rischio, 28 fattori di protezione, e 52 fattori che non hanno dimostrato alcuna associazione con l'Alzheimer. La successiva analisi dei sottogruppi ha riclassificato 7 fattori del gruppo neutrale come associati positivamente con l'Alzheimer e 4 come associati negativamente.


I ricercatori hanno trovato evidenze di grado I che un fattore ambientale (l'esposizione biochimica alle iperomocisteine) e un fattore psicologico (la depressione) aumentano il rischio di Alzheimer. Quattro esposizioni mediche (estrogeni, statine, farmaci antipertensivi, e terapia antinfiammatoria non steroidei) e quattro esposizioni alimentari (acido folico, vitamina E, vitamina C, e caffè) sono fattori protettivi.


La meta-analisi ha inoltre rilevato evidenze di grado I che varie condizioni mediche sono associate con il rischio di Alzheimer. Le condizioni pre-esistenti, come fragilità, aterosclerosi carotidea, ipertensione, bassa pressione sanguigna diastolica, e diabete di tipo II tra gli asiatici, aumentano il rischio, mentre la storia precedente di artrite, malattie cardiache, sindrome metabolica e cancro conferiscono protezione.


Tra i fattori di stile di vita, il livello basso di istruzione, da molto tempo associato a un rischio più alto di Alzheimer, è stato identificato come un fattore di rischio. Altri fattori di stile di vita come il fumo, il consumo di alcol, e l'indice di massa corporea (IMC o BMI), influenzano il rischio di Alzheimer in modi contraddittori a età diverse. Quelli che hanno avuto un alto indice di massa corporea solo nella mezza età, e un basso indice in altri momenti della vita, hanno un aumento del rischio di Alzheimer, mentre quelli con indice elevato di massa corporea in età avanzata hanno un rischio ridotto.


Anche il fumo attuale, l'attività cognitiva, lo stress, e il bere leggero / moderato, sono associati ad un rischio ridotto di Alzheimer. È interessante notare che, le esposizioni professionali hanno poca o nessuna associazione con l'Alzheimer, secondo i ricercatori.

 

 

 


Fonte: Linda Peckel in Neurology Reviews (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Xu W, Tan L, Wang HF, et al. Meta-analysis of modifiable risk factors for Alzheimer’s disease. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2015;86:1299-1306. doi:10.1136/jnnp-2015-310548

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.