Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto gene che ritarda di 17 anni l'Alzheimer: 'possibili farmaci che ne imitano gli effetti'

Yarumal New Gene Discovery

La scoperta di un gruppo di geni che ritardano l'insorgenza dell'Alzheimer di 17 anni potrebbe aprire la strada a nuovi farmaci che ne imitano gli effetti. Il team di scienziati che ha individuato i nove geni con un ruolo chiave nella malattia, ha fatto la scoperta mentre studiava una famiglia in Colombia.


Sono riusciti ad isolare i nove geni legati alla forma debilitante di demenza, e hanno trovato che alcuni di essi ritardano l'insorgenza della malattia di 17 anni, mentre altri ne accelerano il progresso.


Il Professore associato Mauricio Arcos-Burgos, della Australian National University, ha detto: "Se si riesce a capire come rallentare la malattia, allora si può avere un profondo impatto. Penso che sia più efficace ritardare l'insorgenza della malattia che evitarla del tutto. Ritardare l'insorgenza anche solo mediamente di un anno, significa che ci saranno 9 milioni di persone in meno con la malattia nel 2050".


In tutto il mondo, l'Alzheimer colpisce circa 35 milioni di persone, e si prevede che interesserà 1 persona ogni 85 entro il 2050.


I ricercatori hanno analizzato 5.000 membri di una grande famiglia colombiana, che sono afflitti da un tipo ereditario di Alzheimer. Nella città di Yarumal (foto sopra), la metà di tutti i residenti sono diagnosticati con Alzheimer nel momento in cui raggiungono i 45 anni di età. Il resto attende 20 anni prima che il loro destino sia segnato dalla malattia.


I residenti sono una risorsa unica per la lotta contro la malattia, perché sono una famiglia molto grande e molto unita che vive in una regione circoscritta nelle montagne occidentali della Colombia. L'Istituto Nazionale della Salute degli Stati Uniti ha messo a disposizione 170 milioni di dollari per lo sviluppo di terapie per l'Alzheimer, che saranno testate in questa famiglia. 


Il professore associato Arcos-Burgos e il suo team hanno adottato un approccio diverso rispetto agli studi precedenti. Hanno studiato l'età variabile di insorgenza della demenza nella famiglia, piuttosto che cercare di trattare i sintomi che si sviluppano più tardi nella vita, nonostante il fatto che i cambiamenti nel cervello possano essere visibili già a 20 anni.


Con la collaborazione della famiglia, il team è riuscito a isolare i fattori ambientali e a trovare le tracce della predisposizione genetica per l'Alzheimer fino ad un antenato iniziatore della mutazione, arrivato nella regione circa 500 anni fa.


I ricercatori hanno quindi isolato i nove geni coinvolti nell'Alzheimer, scoprendo che certi ritardano l'insorgenza della malattia di 17 anni, mentre altri ne accelerano il progresso.


Il Professore associato Arcos-Burgos ha detto che il suo team sta rivolgendo ora il suo sguardo più vicino a casa, studiando i geni di un gruppo di persone della città australiana di Queanbeyan che sono state seguite negli ultimi dieci anni.

 

 

 


Fonte: Lizzie Parry in Daily Mail (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.