Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cervello di semplici animali marini potrebbe aiutare a curare neurodegenerazioni

Uno scienziato della Florida, che studia gli animali marini semplici chiamati Ctenophora (comb jellies in Inglese), ha scoperto il piano d'azione per una nuova forma di sviluppo del cervello che potrebbe portare a trattamenti per il Parkinson, l'Alzheimer e altre malattie neurodegenerative.


"C'è più di un modo per fare un cervello", ha detto alla Reuters il ricercatore Leonid Moroz della University of Florida, che ha guidato un team di ricerca internazionale.


Moroz ha detto che la sua ricerca, pubblicata Mercoledì scorso sulla rivista Nature, pone anche le creature del tipo Ctenophora sul primo ramo dell'«albero della vita» del regno animale, sostituendo e spingendo in sù le specie spugnose dal gradino più basso della progressione evolutiva.


Moroz ha detto che la ricerca dovrebbe portare ad una riclassificazione dell'«albero della vita» del regno animale e rimodellare due secoli di pensiero zoologico.


Le Ctenophora sono diverse dalle comuni meduse.

Moroz ha detto che il suo team ha scoperto che la composizione molecolare delle Ctenophore, e il modo in cui si sono sviluppate è radicalmente diverso - anche se ancora complesso - da tutti gli altri animali, coinvolgendo geni e trasmettitori neurali diversi.


Il ragionamento scientifico tradizionale ha sentenziato che semplici reti nervose si sono evolute fino al livello umano di complessità, lungo un unico percorso. Ma ora sembra che le Ctenophore abbiano preso una strada diversa, usando un linguaggio neurochimico che non esiste negli altri animali. "Tutti gli altri animali hanno lo stesso linguaggio chimico, ma questi ragazzi hanno un linguaggio completamente diverso. Non è solo una grammatica diversa. È un alfabeto diverso", ha detto Moroz.


Le Ctenophore, per esempio, non usano la dopamina, implicata nel Parkinson, per controllare l'attività cerebrale. Esse sono inoltre in grado di rigenerare il loro cervello in meno di quattro giorni. In un esperimento, una Ctenophora ha rigenerato il suo cervello quattro volte. "Ora sappiamo che possiamo costruire sistemi neurali in modo diverso", ha detto Moroz, secondo il quale le malattie degenerative del cervello di solito possono essere trattate per stallarne la progressione, ma non per invertirla.


Scoprire la chiave della rigenerazione, o appropriarsi del linguaggio chimico diverso delle Ctenophore, potrebbe portare a progressi della medicina sintetica e rigenerativa, ha detto.

 

 

 

 

 


Fonte:  Barbara Liston in Reuters.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)