I danni cognitivi causati dalla malattia della sostanza bianca sembrano essere più diffusi di quanto si pensava finora, secondo uno studio pubblicato ieri nel Journal of Neuropsychology della «British Psychological Society».
I ricercatori del Rotman Research Institute e della University of Toronto di Scarborough in Canada hanno eseguito una meta-analisi su 27 studi precedenti, con un totale di 2.544 partecipanti, che confrontavano degli anziani sani con quelli che avevano una diagnosi di deterioramento cognitivo dovuto alla malattia della materia bianca.
Si è riscontrato che i pazienti con deterioramento cognitivo vascolare dimostravano deficit significativi nella capacità cognitive rispetto ai soggetti sani. Questi problemi sono stati notati in settori come il funzionamento esecutivo, la velocità di pensiero, la memoria e il linguaggio. Si era anche già ipotizzato che la malattia alteri una gamma più ampia di aree cognitive.
Scrivendo nel British Journal of Neuropsychology, l'autore principale Brandon P. Vasquez ha detto: "I nostri risultati si aggiungono ad un crescente corpo di evidenze che la malattia della materia bianca è un sabotatore distinto del cervello, incidendo su un gran numero di funzioni cognitive".
La malattia della sostanza bianca punta i piccoli vasi sanguigni nel cervello, indurendo le piccole arterie e limitando l'apporto di sostanze nutritive alla materia bianca. E' stato collegato a un quinto degli ictus nel mondo e può contribuire fino al 45 per cento dei casi di demenza.
Fonte: British Psychological Society (BPS) (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Brandon P. Vasquez, Konstantine K. Zakzanis. The neuropsychological profile of vascular cognitive impairment not demented: A meta-analysis. Journal of Neuropsychology, 2014; DOI: 10.1111/jnp.12039
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