Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rischio di Alzheimer e personalità sono collegati? Studio indica la possibilità

Avere una personalità positiva riduce il rischio di demenza?

Uno studio recente, pubblicato su Alzheimer's and Dementia, ha suggerito che la personalità e le prospettive sulla vita di un individuo possono influire sul rischio di ricevere la diagnosi di demenza. Gli individui con il rischio più basso tendono ad essere creativi, curiosi e gradevoli. Quelli con un rischio maggiore tendono ad essere ansiosi, depressi e spesso sperimentano emozioni angoscianti o negative.

I ricercatori hanno studiato i risultati dei test psicologici dei partecipanti, se c'era la diagnosi di demenza, e i dati neuropatologici, come le autopsie sul tessuto nervoso e cerebrale per rilevare segni di demenza.

I tratti della personalità dei partecipanti sono stati esaminati usando i '5 grandi' tratti, secondo la psicologia oggi: apertura all'esperienza, coscienza, estroversione, gradevolezza e nevroticismo. I ricercatori hanno scoperto che i punteggi elevati sul nevroticismo erano legati ad un maggiore rischio di diagnosi di demenza.

La ricerca ha dimostrato anche che gli individui con punteggi più alti di apertura all'esperienza e gradevolezza avevano meno probabilità di avere la diagnosi di demenza. Poi i ricercatori hanno cercato collegamenti con un secondo tipo di tratto psicologico noto come 'benessere soggettivo'.

Questi tratti includevano misure auto-segnalate che indicano come gli individui vivono e valutano la propria vita: soddisfazione della vita (pensare che la vita sta andando bene), affetto positivo (sperimentare emozioni e stati d'animo positivi) e affetto negativo (sperimentare emozioni e stati d'animo spiacevoli e angoscianti).

Mentre i ricercatori hanno trovato un'associazione tra tratti di personalità e rischio di diagnosi di demenza, non è stato trovato un chiaro legame tra personalità ed evidenza di malattie sottostanti. Pertanto, mentre lo studio suggerisce che i due possono essere correlati, i ricercatori non sanno ancora se il tipo di personalità sia una causa diretta di demenza.

Lo studio può essere usato come opportunità di apprendimento per promuovere alcune modifiche allo stile di vita che possono aiutare a ridurre il rischio di demenza. Le abitudini di stile di vita sane includono esercizio fisico regolare, dieta sana, monitoraggio della salute del cuore, mantenersi socialmente connessi, impegnarsi in attività mentalmente stimolanti e dormire a sufficienza, il che richiede sforzo e disciplina.

Impegnandosi il più presto possibile in comportamenti salutari per il cervello, un individuo può mantenere attivi i fattori protettivi. Sebbene non vi sia alcuna garanzia che seguire queste modifiche dello stile di vita eviterà la demenza, l'individuo si troverebbe in una posizione migliore se in seguito ricevesse la diagnosi di questa condizione.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)