Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La chimica delle lacrime può diventare un biomarcatore per l'Alzheimer?

proteins in tearsProteine e relativi processi biologici trovati nelle lacrime. Fonte: GA de Souza, LMF de Godoy & M Mann CC BY 2.0 - via Wikimedia Commons

Se chiedi alla maggior parte delle persone cosa distingue gli esseri umani dagli altri animali, probabilmente avrai almeno una persona che dice che è l'uso del linguaggio. Eppure c'è un'altra distinzione che si può fare, certamente una che riceve meno attenzione: è che solo gli umani versano lacrime emotive da adulti.


Sia esseri umani che animali fanno una richiesta di soccorso per segnalare la necessità di aiuto quando sono molto piccoli, ma negli esseri umani, quella chiamata di soccorso e il segnale visivo delle lacrime continuano fino all'età adulta, ben oltre il punto di acquisizione del linguaggio.


La domanda sul perché versiamo lacrime quando abbiamo un mezzo molto più efficiente e specifico per comunicare, il linguaggio, è una questione su cui i ricercatori stanno ancora lavorando.

 

Perché piangiamo?

Una vecchia idea era che le lacrime contengano le tossine che si sono accumulate dentro di noi. Si pensava che il pianto liberasse queste tossine e prevenisse la rottura del sistema immunitario causata dal loro accumulo. Le lacrime ripristinano l'equilibrio dell'omeostasi nel corpo e consentono al nostro sistema immunitario di funzionare come dovrebbe.


Questa idea è stata una spiegazione convincente per la persistenza del pianto fino all'età adulta, ma sfortunatamente non è stata confermata dalla ricerca. L'analisi chimica delle lacrime ha mostrato che non c'è nulla di tossico nella composizione chimica delle lacrime (Gross, Fredrickson e Levenson, 1994) e una revisione della letteratura non ha trovato prove coerenti che il pianto fosse benefico per la salute (Rottenberg, Bylsma e Vingerhoiets, 2008).


Potrebbe comunque valere la pena di studiare il legame tra le lacrime e la funzione del sistema immunitario, secondo uno studio del 2016 di Kalló, Emri, Varga, Ujhelyi, Tözser, Csutak e Csösz. Questi ricercatori stavano studiando la possibilità che le lacrime possano contenere un biomarcatore per il morbo di Alzheimer (MA).


Il MA è la forma più comune di demenza, caratterizzato dall'accumulo di placche amiloidi e grovigli di tau nel cervello. In termini comportamentali, il MA è caratterizzato da un declino cognitivo progressivo e, allo stato attuale, la conferma di una diagnosi di MA deve attendere l'autopsia. Un biomarcatore che possa indicare in modo affidabile una diagnosi di MA all'inizio della malattia sarebbe estremamente utile nell'aiutare il paziente e i caregiver a migliorare la propria qualità di vita.

 

Uso delle lacrime come biomarcatore

Le lacrime a cui questi ricercatori erano interessati non erano quelle che versiamo quando siamo molto emozionati, felici o tristi. Esistono diversi tipi di lacrime, non tutte evocate dal nostro stato emotivo. Tutti e tre i tipi, basale, riflesso ed emotivo, sono prodotti dal sistema lacrimale che circonda l'occhio.


Le lacrime emotive sono innescate dal nostro stato emotivo, mentre le lacrime riflesse sono provocate da un'irritazione degli occhi, ad esempio quando stiamo tagliando le cipolle o quando la polvere entra nei nostri occhi in una giornata ventosa. Lo scopo delle lacrime riflesse è sbarazzarsi dell'irritazione. Le lacrime basali sono versate costantemente, rivestono l'occhio ad ogni battito di ciglia, impedendo all'occhio di seccarsi e rivestendo la cornea con una lubrificazione protettiva.


Erano queste lacrime basali a cui Kallo et al., erano interessati, perché creano una barriera chimica sulla superficie dell'occhio, agendo come parte del sistema immunitario. Tutti e tre i tipi di lacrime contengono enzimi, lipidi, metaboliti, elettroliti e proteine ​​in quantità variabili; le sostanze chimiche nelle lacrime basali sono antibatteriche e immunomodulatorie, quindi ci aiutano contro le malattie.


La loro ipotesi era che, poiché le lacrime basali riflettono il funzionamento del sistema immunitario e poiché l'infiammazione è un agente causale proposto nello sviluppo del MA, le lacrime basali potrebbero fungere da marcatore del sistema di allerta precoce per il MA.


Le lacrime basali sono state raccolte da 14 pazienti a cui era stato diagnosticato il MA e da 9 coetanei di controllo senza la diagnosi di MA. Le lacrime sono state raccolte con tubi capillari (una tecnica di raccolta standard non invasiva che potrebbe essere facilmente eseguita al letto del paziente) e le concentrazioni di proteine ​​nei campioni di lacrime sono state misurate con varie tecniche. Inoltre, è stata valutata la portata lacrimale.

 

Chimica delle lacrime

I risultati hanno mostrato che la composizione chimica delle lacrime basali secrete dai pazienti con MA differiva significativamente da quella ottenuta dai partecipanti di controllo.


I livelli di diverse proteine note per proteggere l'organismo da lipidi, batteri e virus potenzialmente dannosi e per avere effetti antibatterici, antimicrobici e immunologici (proteine come lipocalina-1, lattotransferrina e licritina) erano significativamente inferiori nei pazienti con MA rispetto ai controlli.


Hanno anche scoperto che i pazienti con MA avevano un flusso lacrimale più elevato rispetto ai controlli. Questi risultati suggeriscono che la chimica lacrimale potrebbe essere un potenziale biomarcatore facilmente ottenibile per il MA.

 

 

 


Fonte: Barbara Blatchley PhD, prof.ssa di psicologia e neuroscienze all'Agnes Scott College / Georgia

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  • JJ Gross, ..., RW Levenson. The psychophysiology of crying. Psychophysiology, 1994, DOI
  • G Kalló, ..., E Csösz. Changes in the chemical barrier composition of tears in Alzheimer’s Disease reveal potential tear diagnostic biomarkers. PLoS ONE, 2016, DOI
  • J Rottenberg, ..., AJJM Vingerhoets. Is crying beneficial? Curr Dir in Psych Sci, 2008, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.