Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'ascolto empatico costruisce una relazione tra caregiver e assistito

Cosa si intende per "ascolto empatico?"

L'empatia è la consapevolezza dei problemi di un altro, senza sperimentarli; la capacità di vedere da dove vengono gli altri. Il compianto Steven Covey, autore di The Seven Habits of Effective People (le 7 abitudini delle persone molto efficienti), ha scritto:

"Nell'ascolto empatico, ascolti con le orecchie, ma anche, e soprattutto, ascolti con gli occhi e con il cuore. Ascolti la sensazione, il significato. Ascolti il comportamento. Usi il cervello destro e pure il sinistro. Senti, intuisci, percepisci ..."


Il primo passo per sviluppare empatia è immaginarti nei panni dell'altra persona, vivere la sua vita attraverso le sue esperienze uniche, ad esempio, del suo viaggio nella progressione dell'Alzheimer. L'ascolto empatico richiede di essere un ascoltatore attivo, il che significa che l'ascolto richiede la tua attenzione in modo da poter sviluppare una risposta emotiva a ciò che senti.


Ascoltare efficacemente significa che il caregiver dovrebbe smettere di parlare e prestare particolare attenzione a ciò che la persona colpita sta cercando di dire. Questo richiede di concentrare consapevolmente l'attenzione sulla persona amata. Gesti come sorridere, annuire con la testa, apparire e agire da interessati metteranno a proprio agio l'altro.


Il caregiver dovrebbe prestare particolare attenzione ai gesti fisici e alle espressioni facciali, al tono della voce e alla postura del corpo. Il 55% del significato del messaggio che passa è non verbale, il 38% è indicato dal tono della voce e solo il 7% è trasmesso dalle parole usate in un messaggio parlato.


Ascolto empatico significa attenzione particolare ai sentimenti cruciali dietro le parole. Ad esempio, la persona amata batte ritmicamente il piede, aggrotta le sopracciglia, è impegnato con le mani, ecc.? Ascolta ciò che non viene detto. Chiedi chiarimenti e ritorna all'individuo interessato il significato del messaggio, in modo delicato e rassicurante.


Spesso, i propri cari si 'de-sintonizzano' perché le parole del caregiver hanno colpito un accordo emotivo, per così dire. Poiché la malattia inibisce la capacità dell'individuo di risolvere, le domande 'perché' lo confondono e sono fonte di fraintesi. Perché ti comporti in quel modo? Non ricordi? Perché lo hai fatto? Questi esempi di domande interferiranno con il messaggio e la maggior parte delle volte creano ansia nell'individuo interessato. Ascolta sempre per capire, non per contestare.


L'ascolto empatico richiede pazienza, quindi i caregiver dovrebbero sforzarsi di non interrompere i loro cari quando parlano. Man mano che le frustrazioni aumentano, il caregiver e la persona amata possono mettersi sulla difensiva, diventare agitati e semplicemente chiudere la conversazione.


Riconoscere le sue lotte aiuta la persona cara a sentirsi supportata. Inoltre condividere le emozioni e mostrare gratitudine che si sta aprendo, segnala alla persona cara che si trova in uno spazio sicuro per la vulnerabilità. Mostra interesse e sii incoraggiante e di supporto in tutte le comunicazioni, per aiutare a costruire autostima nell'individuo interessato e onoralo.


L'ascolto empatico offre opportunità per esperienze condivise, per imparare di più sull'individuo interessato e sulla sua storia, costruire fiducia e in generale rafforzare la relazione caregiver/persona cara.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.