Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perché l'occhio potrebbe essere la finestra per rilevare l'Alzheimer

Perché l'occhio potrebbe essere la finestra per rilevare l'AlzheimerAnomalie retiniche periferiche (Fonte: Optos plc.)

I ricercatori della Queen's University di Belfast hanno dimostrato per la prima volta che l'occhio potrebbe essere un surrogato delle degenerazioni del cervello, come il morbo di Alzheimer (MA).


Questa ricerca è stata pubblicata di recente sul Journal of Ophthalmic Research ed è il primo studio clinico che mostra il potenziale delle scansioni della retina periferica per monitorare il MA e potenzialmente altre malattie neurodegenerative.


Il team, guidato dal dott. Imre Lengyel, docente e ricercatore della Queen's University, ha scoperto che esaminando l'occhio potremmo capire ciò che sta accadendo nel cervello. Il lavoro è stato svolto insieme a professionisti della salute e fornitori di cure per i pazienti di MA e ha esplorato se ci sono manifestazioni di MA negli occhi.


Sulla base delle osservazioni di laboratorio, il team ha ipotizzato che i cambiamenti nella retina periferica potrebbero essere importanti per esplorare l'associazione tra occhio e cervello. Usando la tecnologia di scansione di campo ultra-ampia sviluppata da Optos Plc, il team ha scoperto che ci sono effettivamente diversi cambiamenti che sembrano essere associati a questa condizione debilitante, specialmente nella retina periferica:

  1. Uno dei cambiamenti nell'occhio osservati dallo studio era la presenza più alta della norma di drusen, le "macchie" gialle identificabili sulle immagini retiniche, nelle persone con MA. I drusen sono piccoli depositi di grassi, proteine ​​e minerali, compresi depositi di calcio e fosfato, che si formano in uno strato sotto la retina. Queste macchie sono un sintomo dell'invecchiamento e spesso si riscontrano in persone con più di 40 anni. Alcuni di questi depositi sono innocui, ma una volta che aumentano di numero e dimensioni contribuiscono alla degenerazione della retina.
  2. Un altro cambiamento significativo osservato nello studio è stato misurato nella circolazione sanguigna della retina periferica nel MA. Il gruppo di ricerca ha scoperto che le persone con MA hanno vasi sanguigni più ampi vicino al nervo ottico, ma questi si assottigliano più rapidamente rispetto ai soggetti di controllo verso la periferia retinica.

Entrambi questi cambiamenti (più drusen e vasi sanguigni che si assottigliano) rallentano il flusso sanguigno e ostacolano il flusso di nutrienti e ossigeno verso la retina periferica.


Il dott. Lengyel prosegue:

"Questi risultati entusiasmanti della ricerca suggeriscono che la nostra ipotesi originale era giusta e la scansione a largo campo può effettivamente aiutare a monitorare la progressione della malattia nei pazienti con MA. La scansione dell'occhio è rapida, semplice, ben tollerata e costa una frazione delle scansioni cerebrali, quindi ci sono enormi benefici sia per il professionista che per il paziente".


Anche se la scansione della retina periferica non è una misura diagnostica per il MA, il monitoraggio semplice, rapido e poco costoso del cambiamento nell'occhio potrebbe diventare uno strumento per seguire la progressione della malattia nel cervello.


Il professor Craig Ritchie, professore di Psichiatria Geriatirica dell'Università di Edimburgo, co-autore dello studio, commenta:

"I cambiamenti nell'occhio sono molto facili da misurare rispetto ad altri valori della salute del cervello. Il nostro gruppo di ricerca, guidato dalla Queen's University, è riuscito a identificare i primi marcatori nelle persone, molti anni prima che si sviluppasse la demenza. Abbiamo aperto una finestra per identificare i gruppi ad alto rischio che potrebbero trarre beneficio da specifici consigli di prevenzione".


Per estendere queste osservazioni, il gruppo di ricerca è attualmente coinvolto in numerosi altri studi relativi alla demenza. Esamineranno e seguiranno pazienti con MA molto precoce attraverso il Deep and Frequent Phenotyping, lo studio più approfondito al mondo per rilevare i primi segni della progressione del MA condotto nel Regno Unito.

 

 

 


Fonte: Queen's University, Belfast via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Csincsik L., MacGillivray T.J., Flynn E., Pellegrini E., Papanastasiou G., Barzegar-Befroei N., Csutak A., Bird A.C., Ritchie C.W., Peto T., Imre Lengyel. Peripheral Retinal Imaging Biomarkers for Alzheimer’s Disease: A Pilot Study. Ophthalmic Res 2018;59:182–192, DOI: 10.1159/000487053

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)