Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sviluppate molecole che invertono la perdita di memoria legata a depressione e invecchiamento

Nuove molecole terapeutiche sviluppate al Centre for Addiction and Mental Health (CAMH) di Toronto si dimostrano promettenti per invertire la perdita di memoria legata a depressione e invecchiamento.


Queste molecole non solo migliorano rapidamente i sintomi, ma è notevole che sembrino anche in grado di ripristinare i problemi cerebrali sottostanti che causano la perdita di memoria, nei modelli preclinici.


Questi risultati sono stati presentati oggi all'Assemblea annuale dell'Associazione Americana per l'Avanzamento della Scienza (AAAS) a Washington DC.


"Al momento non ci sono farmaci per trattare i sintomi cognitivi, come la perdita di memoria, che sono presenti nella depressione, in altre malattie mentali e nell'invecchiamento", dice il dott. Etienne Sibille, vicedirettore del Campbell Family Mental Health Research Institute al CAMH e autore senior dello studio.


Ciò che è unico e promettente di questi risultati, di fronte a molti insuccessi nello sviluppo di farmaci per le malattie mentali, è che i composti sono altamente mirati per attivare i recettori cerebrali danneggiati che causano una perdita di memoria, dice.


Ci sono voluti una serie di studi (il più recente è apparso lo scorso gennaio su Molecular Neuropsychiatry) per raggiungere questo stadio. In primo luogo, il Dr. Sibille e il suo team hanno identificato i deterioramenti specifici dei recettori delle cellule cerebrali nel sistema neurotrasmettitore GABA. Hanno poi dimostrato che questi problemi probabilmente causano i sintomi dell'umore e della memoria nella depressione e nell'invecchiamento.


Sono state inventate delle nuove piccole molecole che si legano e attivano questo bersaglio recettore. L'idea era che avrebbero esercitato un effetto terapeutico 'riparando' il danno, con conseguente miglioramento dei sintomi. Le molecole sono elaborazioni delle benzodiazepine, una classe di farmaci sedativi e anti-ansia che attivano anche il sistema GABA, ma che non sono altamente mirate.


Una singola dose di queste nuove molecole è stata somministrata in modelli preclinici di perdita di memoria indotta da stress. Trenta minuti dopo, le prestazioni della memoria sono tornate ai livelli normali, un esperimento che è stato riprodotto più di 15 volte.


In un altro esperimento che coinvolge modelli preclinici di invecchiamento, il declino della memoria è stato rapidamente invertito e le prestazioni sono aumentate all'80% dopo la somministrazione, raggiungendo sostanzialmente i livelli osservati in gioventù o nelle prime fasi dell'età adulta. Questo miglioramento è durato oltre due mesi con un trattamento giornaliero.


"Le cellule cerebrali invecchiate si presentano come quelle giovani, dimostrando che le nostre nuove molecole possono modificare il cervello oltre a migliorare i sintomi", afferma il dott. Sibille. Egli si aspetta di iniziare a testare le molecole nella ricerca clinica entro 2 anni. "Abbiamo dimostrato che le nostre molecole entrano nel cervello, sono sicure, attivano le cellule bersaglio e invertono il deficit cognitivo della perdita di memoria".


In caso di successo, le potenziali applicazioni sono molte. Non solo c'è una mancanza di trattamento per i deficit cognitivi nelle malattie mentali, ma i miglioramenti nel cervello suggeriscono che le molecole potrebbero aiutare a prevenire la perdita di memoria all'inizio dell'Alzheimer, ritardando potenzialmente la sua insorgenza.

 

 

 


Fonte: Centre for Addiction and Mental Health (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Thomas D. Prevot, Guanguan Li, Aleksandra Vidojevic, Keith A. Misquitta, Corey Fee, Anja Santrac, Daniel E. Knutson, Michael Rajesh Stephen, Revathi Kodali, Nicolas M. Zahn, Leggy A. Arnold, Petra Scholze, Janet L. Fisher, Bojan D. Marković, Mounira Banasr, James M. Cook, Miroslav Savic, Etienne Sibille. Novel Benzodiazepine-Like Ligands with Various Anxiolytic, Antidepressant, or Pro-Cognitive Profiles. Molecular Neuropsychiatry, 23 Jan 2019, DOI: 10.1159/000496086

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)