Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scansioni PET confermano che è la Tau il vero colpevole dell'AD

Scansioni PET confermano l TAU come vero colpevole dell'ADCorrispondenza topografica della patologia Tau (ma non di quella amiloide) con una disfunzione neuronale dell'Alzheimer. Superficie laterale destra di immagini z-score proiettate, che riflette la deviazione daa controlli sani. Giallo / rosso: assorbimento più alto, blu: assorbimento più basso rispetto ai controlli. (Fonte: G. Bischof, J. Hammes, T. van Eimeren, A. Drzezga)
L'Alzheimer è una malattia devastante e incurabile caratterizzata da aggregazioni di proteine amiloide-beta e tau nel cervello, ma il rapporto diretto tra queste proteine e la neurodegenerazione è rimasto finora un mistero.


Alla riunione annuale 2016 della Società di Medicina Nucleare, dei ricercatori hanno riferito che la loro nuova ricerca con scansioni molecolari ha rivelato che può essere la tau, piuttosto che la deposizione di amiloide, ad istigare in modo più diretto la disfunzione neuronale.


L'insieme della ricerca esaustiva sul cervello ha confermato quanto le placche extracellulari di amiloide-beta e i grovigli neurofibrillari intracellulari di proteine tau siano fortemente legati alla patologia neurodegenerativa dell'Alzheimer. Tuttavia, gran parte della ricerca condotta fino ad oggi è stata post-mortem, fatto che ha aiutato ben poco i ricercatori a capire lo sviluppo precoce della malattia.


Un nuovo studio con scansioni su pazienti di Alzheimer viventi ha combinato tre metodi di tomografia ad emissione di positroni (PET) per misurare l'orchestrazione tra amiloide, tau e attività metabolica del cervello. I risultati dello studio hanno dimostrato una correlazione significativa tra aumento della tau e riduzione dell'attività metabolica del cervello, un chiaro segno di neurodegenerazione.


"Le immagini della tau sembrano collegate strettamente all'effettiva insorgenza del danno neuronale, mentre le immagini dell'amiloide possono consentire di rilevare una predisposizione alla malattia molti anni prima della comparsa dei sintomi", ha detto Alexander Drzezga MD, dal German Center for Neurodegenerative Diseases all'Ospedale Universitario di Colonia in Germania.


Per questo studio, 10 soggetti con Alzheimer sono stati sottoposti a PET dopo l'iniezione di tre radiotracciatori:

  • fluoro-18 fluorodeossiglucosio (F-18 FDG), che visualizza l'attività metabolica regionale;
  • composto B carbonio-11 Pittsburgh (C-11 PiB), che ha un'affinità con le placche amiloidi; 
  • F-18 AV-1451, un agente di scansione emergente che si lega alla tau nel cervello.


I risultati hanno dimostrato che l'aumento della tau è direttamente connessa all'ipometabolismo (che riflette una disfunzione neuronale) nel cervello. Per la deposizione di amiloide, non è stata trovata alcuna forte associazione con l'ipometabolismo. Tuttavia, è stata osservata un'interattività indiretta tra tau e amiloide soprattutto nella corteccia parietale, nel senso che l'impatto negativo regionale della deposizione tau sul metabolismo era più forte nelle regioni con maggiore onere di amiloide.


"L'integrazione di questi strumenti di scansione molecolare offre l'opportunità di indagare il possibile contributo indipendente e sinergico di queste patologie proteiche ​​nella neurodegenerazione nel cervello vivente e, di conseguenza, avanzare notevolmente la nostra comprensione dei meccanismi dell'Alzheimer", ha detto Drzezga.


Ulteriori indagini di questi e altri fattori di neurodegenerazione in pazienti con demenza viventi potrebbero un giorno aiutare i medici a migliorare l'accuratezza diagnostica e portare a terapie modificanti la malattia, inclusi nuovi farmaci che potrebbero potenzialmente puntare la tau per rallentare o fermare gli effetti degenerativi sul cervello.


Gli approcci di scansione multimodale come questo potrebbero consentire una tempistica più precisa della neuropatologia, anche prima della comparsa irrevocabile della perdita di memoria vissuta dai malati di Alzheimer. Inoltre, può diventare fattibile il miglioramento della previsione, della prognosi e il controllo / follow-up della terapia.

 

 

 


Fonte: Society of Nuclear Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: G. Bischof, J. Hammes, T. van Eimeren, A. Drzezga,: “Differential contributions of Amyloid and Tau burden to Neuro-degeneration in Alzheimer's Disease: A multimodal in vivo PET study”. Scientific Paper 124 presented at SNMMI’s 63rd Annual Meeting, June 11–15, 2016, San Diego, Calif.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)